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  • Lunedì 12 dicembre 2016

Paolo Gentiloni, chi è il nuovo presidente del Consiglio

Nel governo Renzi era il ministro degli Esteri: ha 62 anni, è nato a Roma e prima di entrare nel PD faceva parte della Margherita

(ANSA)
(ANSA)

Paolo Gentiloni è il nuovo presidente del Consiglio e il suo governo ha già giurato al Quirinale di fronte al presidente della Repubblica Sergio Mattarella. Gentiloni è stato ministro degli Esteri nel governo uscente di Matteo Renzi.

Chi è Paolo Gentiloni

Gentiloni ha 62 anni ed è nato a Roma. Ha avuto un’educazione cattolica, proviene da una famiglia nobile, e tra i suoi antenati c’è Vincenzo Ottorino Gentiloni, promotore del patto informale omonimo del 1913 con cui i cattolici cominciarono a partecipare alla vita politica italiana. Negli anni Settanta prese parte al movimento studentesco entrando nel gruppo di Mario Capanna, uno dei capi della contestazione giovanile comunista a Milano. Gentiloni entrò in contatto con il gruppo quando nel 1970 scappò di casa per partecipare a una manifestazione a Milano. Cominciò a fare politica all’interno dei gruppi della sinistra extraparlamentare, prima nel Movimento Lavoratori per il Socialismo (MLS) e poi nel Partito di Unità Proletaria per il Comunismo, in cui il primo era confluito. In un ritratto pubblicato sull’Unità, il giornalista Carmine Fotia, che conosce Gentiloni da molti anni, lo descrive come «moderato» fin da quel periodo, «pur se il termine a quei tempi aveva un senso del tutto diverso da oggi e per quanto ci si potesse definire tali nei movimenti degli anni ’70».

Gentiloni è laureato in Scienze politiche ed è giornalista professionista. Dopo l’esperienza nel movimento studentesco, si avvicinò prima ai temi del pacifismo – lavorando nella rivista Pace e Guerra, diretta da due dei fondatori del Manifesto, Luciana Castellina e Michelangelo Notarianni – e poi a quelli dell’ambientalismo. Nel 1984 divenne direttore della rivista di Legambiente Nuova Ecologia. In quel periodo conobbe Francesco Rutelli, che nel 1989 fondò il partito dei Verdi Arcobaleno: negli anni Novanta Gentiloni fu uno dei portavoce di Rutelli (come anche Filippo Sensi, diventato poi portavoce di Renzi), nel frattempo diventato sindaco di Roma. Gentiloni fu poi nominato assessore al Turismo e al Giubileo della capitale.

Gentiloni è stato coordinatore della campagna dell’Ulivo per le elezioni politiche del 2001, quando Rutelli fu sconfitto da Silvio Berlusconi. Prima di entrare nel Partito Democratico faceva parte della Margherita, partito nel quale fu eletto deputato per la prima volta, nel 2001. Dal 2005 al 2006 fu presidente della commissione di vigilanza della RAI. Il suo primo incarico ministeriale arrivò con il secondo governo di Romano Prodi: dal 2006 al 2008 fu ministro delle Comunicazioni. In quel periodo partecipò alla fondazione del Partito Democratico, come anche Rutelli, che però ne uscì nel 2009 per fondare il partito Alleanza per l’Italia. Negli anni seguenti Gentiloni cominciò ad avvicinarsi a Matteo Renzi e nel 2013 si candidò alle primarie del centrosinistra per sindaco di Roma, arrivando terzo dietro Ignazio Marino e David Sassoli. Ricevette l’incarico di ministro degli Affari Esteri e della Cooperazione internazionale nel governo Renzi nell’ottobre del 2014, per sostituire Federica Mogherini, diventata nel frattempo alta rappresentante dell’Unione Europea per gli Esteri.

Sull’Unità, Fotia scrive: «Di lui si potrà dire che è un po’ grigio, forse un po’ troppo low-profile, che il suo eloquio (fin dagli anni ’70 a dire il vero) non è proprio trascinante. Che non ha mai avuto una forte base di consenso personale. Quel che non si può dire è che nelle sue scelte non ci sia coerenza, avendo dedicato tutta la sua vita politica da adulto alla costruzione di un soggetto politico riformista disincagliato dalla tradizione post-comunista».