Il “Campo progressista” annunciato da Pisapia

In un'intervista a Repubblica l'ex sindaco di Milano propone un suo progetto di riunire il PD alla sua sinistra, escludendo i progetti "centristi"

Giuliano Pisapia al Piccolo Teatro Strehler di Milano prima dei funerali di Dario Fo, 14 ottobre 2016 (ANSA / MATTEO BAZZI)
Giuliano Pisapia al Piccolo Teatro Strehler di Milano prima dei funerali di Dario Fo, 14 ottobre 2016 (ANSA / MATTEO BAZZI)

In un’intervista pubblicata mercoledì in prima pagina da Repubblica l’ex sindaco di Milano Giuliano Pisapia – che aveva vinto le elezioni cittadine raccogliendo insieme i voti degli elettori delle diverse sinistre italiane, caso assai raro – ha annunciato l’intenzione di lavorare per costruire un’alleanza tra tutte le forze di sinistra disponibili e il PD, per ricostruire una domanda degli elettori, escludendo i progetti “centristi” di alleanze con i partiti più a destra del PD.

E quindi?
“Quindi serve un’alleanza aperta, diamole un nome: Campo Progressista, che riunisca le forze di sinistra in grado di assumersi una responsabilità di governo. Non per motivi di potere ma per fare le cose di sinistra. Intendiamoci: anche questo governo ha fatto cose di sinistra, penso alle unioni civili, ma ha dovuto fare anche altre cose che nascevano dalla necessità di arrivare a un compromesso con un partito di centro-destra. Questo non va più bene”.

Chi vedrebbe lei, in questo Campo Progressista? C’è già un progetto, un embrione?
“A Milano ho partecipato a due iniziative intitolate “Dopo il 4 c’è il 5”, pensando proprio al dopo-referendum. E naturalmente il tema era questo. Ecco, lì ho visto che ci sono gli spazi per questo progetto. E in questi mesi, girando l’Italia, partecipando a tante iniziative, mi sono accorto che il popolo di sinistra non aspetta altro “.
Lei ha in mente un soggetto politico alla sinistra del Pd, che si allei con Renzi alle prossime elezioni…
“Mettendo dei paletti ben precisi: nessuna alleanza con le forze di centro- destra o con quelle persone che non hanno la credibilità o l’affidabilità necessarie, anche se i loro voti oggi sono diventati indispensabili in Parlamento “.

E Sel? E Sinistra Italiana? Dentro o fuori?
“Noi ci rivolgiamo alle forze organizzate a livello locale. Poi l’appuntamento di Roma è organizzato da una parte della sinistra che viene da Sel e da Sinistra Italiana. Non verranno quelli che ritengono il Pd un partito geneticamente modificato e non ritengono possibile nessuna alleanza. Io rispetto la loro posizione, ma noi vogliamo dare voce alla grande richiesta di unità del centrosinistra che ho sentito girando per l’Italia. E riuscire a parlare ai tanti disillusi che non sono più andati a votare, o hanno votato turandosi il naso. Dobbiamo restituire l’entusiasmo di fare politica agli italiani di sinistra che l’hanno perso”.

(leggi per intero su Repubblica)