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  • Lunedì 7 novembre 2016

La caccia al tesoro di internet

(TJOHANNES EISELE/AFP/Getty Images)
(TJOHANNES EISELE/AFP/Getty Images)

«Nella mescolanza dei concetti era sempre più difficile trovare una frase per sé, la frase che, pronunciata in silenzio, aiuta a vivere.

Su internet bastava scrivere una parola chiave per essere travolti da migliaia di “siti”, per attingere in disordine a pezzi di frasi che ci trascinavano verso altri brandelli di testi in una caccia al tesoro eccitata, piccole scoperte, rilanciate all’infinito, di ciò che non stavamo cercando. Sembrava che si potesse far propria la totalità della conoscenza, che si potesse penetrare nella molteplicità di tutti i punti di vista esposti nei blog con una lingua nuova e brutale. Raccogliere informazioni sui sintomi del cancro alla gola, sulla ricetta per la moussaka, sull’età di Catherine Deneuve, sul meteo a Osaka, sulla coltivazione delle ortensie e della cannabis, sull’influenza dei giapponesi nello sviluppo della Cina – giocare a poker, scaricare film e dischi, comprare qualunque cosa, topolini bianchi e revolver. Viagra e vibratori, vendere e rivendere tutto. Discutere con sconosciuti, insultare, corteggiare, inventarsi un’identità. Gli altri erano disincarnati, senza voce né odore né gesti, la loro sorte non ci toccava. Ciò che contava era quello che si poteva fare con loro, la legge dello scambio, il piacere. Si realizzava un grande desiderio di potenza e impunità. Evolvevamo nella realtà di un mondo di oggetti senza soggetti. Internet operava la straordinaria trasformazione del mondo in discorso».

Gli Anni, Annie Ernaux, uscito in Francia nel 2008 con il titolo Les Années, pubblicato in Italia da L’Orma nel 2015, nella traduzione di Lorenzo Flabbi

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