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  • Venerdì 26 agosto 2016

C’è stato un attentato in Turchia

Un'esplosione causata da un'autobomba ha distrutto una stazione di polizia a Cizre, nel sud est del paese: ci sono 11 morti e 78 feriti

È esplosa un’autobomba a un checkpoint fuori da una stazione della polizia a Cizre, nella provincia di Sirnak nel sud-est della Turchia. Secondo il quotidiano turco Hurriyet, a causa dell’esplosione sono morte 11 persone – tutti agenti di polizia – e altre 78 sono rimaste ferite. L’agenzia di stato turca Anadolu Agency dice che l’attacco ha colpito un posto di blocco che si trovava a circa 50 metri di distanza dalla stazione della polizia e che i responsabili dell’esplosione sono i combattenti della milizia indipendentista curda, il PKK; anche il governatore della provincia di Sirnak ha detto che l’attacco è stato compiuto dal PKK. Le foto pubblicate sui social network mostrano un edificio a più piani indicandolo come la stazione di polizia coinvolta e ora completamente distrutta. Hurriyet dice che è andato a fuoco e che poi è esploso un magazzino di armi e che per questo motivo buona parte dell’edificio è completamente crollata.

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La provincia di Sirnak confina con la Siria e con l’Iraq e ha una popolazione in gran parte curda. L’esplosione è avvenuta alle sette del mattino ora locale ed è stata sentita in tutta l’area.

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Il Partito dei Lavoratori del Kurdistan (PKK) è il partito curdo che per decenni ha combattuto per creare uno stato autonomo per i curdi e che è stato dichiarato fuorilegge in Turchia. Nel marzo 2013 il leader del PKK Abdullah Ocalan aveva annunciato una tregua che avrebbe dovuto mettere fine alla lotta armata del gruppo in Turchia. In realtà, la tregua non ha retto e l’anno scorso sono ripresi gli scontri. Questa settimana alcuni carri armati turchi sono entrati in Siria e nel giro di poco più di nove ore hanno conquistato Jarablus, una città siriana vicino al confine con la Turchia che da tre anni era sotto il controllo dello Stato Islamico (o ISIS). Assieme ai soldati turchi c’erano anche diversi combattenti dell’Esercito Libero Siriano, una coalizione di gruppi ribelli che in passato è stata alleata degli Stati Uniti prima di cominciare a inglobare fazioni più estremiste. L’obiettivo ultimo dell’operazione non è stato solo colpire lo Stato Islamico, che da mesi compie attentati molto violenti in Turchia, ma anche limitare l’influenza nel nord della Siria dei curdi, storici nemici del governo turco.