• Mondo
  • Sabato 23 luglio 2016

Hillary Clinton ha scelto Tim Kaine come suo vice

Era l'opzione con meno rischi tra quelle di cui si era parlato: è un esperto senatore della Virginia che per poco non fu vice di Obama nel 2008

di Francesco Costa – @francescocosta

(Alex Wong/Getty Images)
(Alex Wong/Getty Images)

Tim Kaine, senatore della Virginia, è stato scelto da Hillary Clinton come candidato alla vicepresidenza degli Stati Uniti del Partito Democratico in vista delle elezioni del prossimo 8 novembre. Kaine, che ha 58 anni, una moglie e tre figli (uno nei marines), è un avvocato: prima di essere eletto senatore era stato sindaco di Richmond, governatore della Virginia e presidente del Partito Democratico: è uno politico Democratico di lungo corso, considerato competente e affidabile, e nel 2008 arrivò molto vicino a essere scelto come suo vice da Barack Obama. Lo stesso Obama, facendo campagna elettorale per Kaine quando era candidato a governatore, aveva detto: «Il pensiero di Tim Kaine è: responsabilità sui conti pubblici e generosità di spirito. Quel messaggio può avere successo ovunque».

Kaine è uno dei personaggi più stimati dentro il Partito Democratico, anche se non è esattamente uno che trascina le folle: è molto esperto – Hillary Clinton aveva detto più volte di cercare un vice che potesse diventare presidente in qualsiasi momento – ma manca del carisma e della popolarità di altri suoi colleghi. È favorevole ai matrimoni gay, alla libertà di scelta delle donne sull’aborto (per quanto lui sia personalmente contrario, in quanto cattolico), all’introduzione di maggiori controlli sulla vendita di armi e all’espansione della riforma sanitaria di Obama; ha le stesse idee di centrosinistra di Hillary Clinton sulla riforma della giustizia penale, sulla politica estera e sull’istruzione. Quando era governatore, ha fermato otto condanne a morte e ha eliminato la sedia elettrica dai metodi per eseguire le condanne.

Un discorso di Tim Kaine sulla violenza e le armi.

Kaine stato apprezzato governatore della Virginia dal 2006 al 2010, e la Virginia è uno stato influente nella politica americana: separa un po’ il nord e il sud del paese sulla costa est, e alle elezioni presidenziali è spesso in bilico tra Democratici e Repubblicani. Subito dopo, su richiesta esplicita di Barack Obama, è diventato presidente del Partito Democratico, con l’obiettivo di espandere la base di attivisti del partito attraverso Organizing for America, l’associazione fondata a partire dalla prima campagna elettorale di Obama alla presidenza degli Stati Uniti. Nel 2012 si è candidato al Senato, sempre in Virginia, vincendo contro un ex senatore e governatore Repubblicano. In Senato è presidente della sottocommissione Esteri sull’Asia e le politiche anti-terrorismo. Nel tempo libero insegna legge part-time all’università di Richmond, la sua città.

Hillary Clinton aveva esplorato anche ipotesi meno ortodosse – Tom Perez, il ministro del lavoro, che sarebbe stato il primo latino candidato alla vicepresidenza; il senatore Cory Booker che sarebbe stato il primo nero; l’ammiraglio James G. Stavridis – ma come scrive il New York Times, vista la natura già storica della sua candidatura e la scelta “sicura” di Donald Trump con Mike Pence, non aveva la necessità politica di osare con la scelta del vicepresidente. «Clinton ha scelto pensando a governare invece che a vincere le elezioni, che è il modo giusto di fare questa scelta», ha scritto su Twitter Dan Pfeiffer, ex importante consulente di Obama, e questo è il pensiero che circola di più tra i Democratici. Hillary Clinton qualche tempo fa aveva detto alla CBS di essere «affetta dalla malattia della responsabilità» e di ammirare Kaine anche perché non ha mai perso un’elezione.

Kaine è favorevole a riformare l’immigrazione aprendo l’attuale sistema statunitense e parla bene lo spagnolo, cosa che è stata vista come un altro motivo per cui è stato scelto da Hillary Clinton: gli statunitensi di origini latinoamericane sono uno dei segmenti demografici più in crescita e possono essere decisivi in molti stati, soprattutto nel sud-ovest degli Stati Uniti.

Un discorso di Tim Kaine in spagnolo.

Al di là di questi aspetti – l’esperienza, la competenza, l’essere della Virginia, sapere lo spagnolo – la nomina di Kaine da parte di Clinton è stata vista dalla stampa e dagli analisti americani come una scelta “sicura”: una scelta che comporta pochi benefici ma anche pochi rischi. Altre scelte – per esempio, oltre a quelle di cui sopra, i popolari senatori di sinistra Elizabeth Warren e Sherrod Brown – avrebbero comportato guadagni potenziali maggiori in termini di entusiasmo ma anche rischi maggiori: Clinton sta cercando di mantenere il sostegno che ha a sinistra, soprattutto dopo l’endorsement di Bernie Sanders, senza però privarsi della possibilità di attrarre elettori Repubblicani moderati; inoltre, una scelta più rischiosa avrebbe rischiato di distrarre l’attenzione degli elettori da Trump, cosa che il comitato di Hillary Clinton ha mostrato fin qui di voler evitare, cercando di trasformare invece la campagna elettorale in un referendum su Trump.

Kaine potrebbe trovare qualche scetticismo tra gli elettori più di sinistra del partito perché non è mai stato particolarmente duro con le società finanziarie di Wall Street ma soprattutto per via della sua posizione favorevole sugli accordi di libero scambio in generale, e in particolare sul discusso Trans-Pacific Partnership (TPP), l’accordo commerciale internazionale sottoscritto qualche mese fa da Stati Uniti, Giappone e altri dieci paesi per semplificare il commercio internazionale. Il TPP è stato promosso da Barack Obama e anche da Hillary Clinton durante il suo mandato da segretario di Stato, anche se ora lei ha posizioni più caute, e non piace affatto a Bernie Sanders e agli elettori a lui più vicini. Gli accordi commerciali internazionali sono il tema su cui si è verificato una specie di ribaltamento, in questa campagna elettorale: i Repubblicani, che storicamente li hanno promossi e voluti più di ogni altro, hanno scelto un candidato che è radicalmente contrario a questi trattati e alla globalizzazione in generale; i Democratici, che li hanno osteggiati a lungo, hanno scelto una candidata che li ha sostenuti e difesi più di altri nel suo partito.

Tim Kaine e Hillary Clinton parteciperanno insieme a un comizio elettorale sabato in Florida. Poi andranno a Philadelphia, dove da lunedì il Partito Democratico tiene la sua convention elettorale, a cui entrambi rivolgeranno due attesi discorsi programmatici.