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  • Sabato 7 maggio 2016

Tre ragioni per non esagerare col Leicester

L'Economist spiega perché la celebrazione degli outsider ha delle controindicazioni

(Kyodo via AP Images)
(Kyodo via AP Images)

Nel suo ultimo numero, il settimanale britannico Economist ha espresso un’opinione originale e controcorrente sulla storica vittoria della Premier League da parte del Leicester City. A inizio stagione il Leicester – squadra di una città nel centro dell’Inghilterra, allenata dall’italiano Claudio Ranieri – era considerata fra le squadre che avrebbero cercato di non retrocedere: invece è rimasta in testa praticamente dall’inizio del campionato, attirandosi attenzioni e simpatie dagli appassionati di calcio in tutta Europa. Ora però l’Economist sostiene che la vittoria del Leicester sia in qualche modo diseducativa, per tre ragioni: «perché incoraggia le persone a badare più alla qualità della narrazione che ai risultati; a farsi illusioni sul proprio potenziale; e a tenere in scarsa considerazione una delle più grande conquiste dell’uomo: la prevedibilità».

Per prima cosa, l’Economist fa notare che non tutte le “storie da film” come quella del Leicester sono associate a messaggi positivi. Il modo in cui Donald Trump ha guadagnato consensi fino a ottenere la nomination del partito Repubblicano per la presidenza degli Stati Uniti, ad esempio, è la tipica storia del candidato sfavorito che vince battendo tutti i pronostici: ma questo non significa che l’elezione di Trump avrà conseguenze positive per il Partito Repubblicano e più in generale per il dibattito politico americano. In ambito sportivo, spiega l’Economist, la storia del «ritorno alle gare di Lance Armstrong dopo aver avuto il cancro è stata profondamente motivante, ma non ha reso Armstrong un vincitore meritevole del Tour de France», a causa dei suoi guai col doping.

Secondo: interessarsi solamente ai successi di un underdog come il Leicester, cioè del candidato o concorrente che parte sfavorito, rischia di far perdere di vista le ragioni per cui era considerato tale, e per quale motivo chi si trova in una posizione simile spesso fallisca i propri obiettivi. Anche oggi, il Leicester ha una rosa oggettivamente inferiore a quella di grandi squadre come Manchester City, Arsenal e Manchester United, che in questo torneo sono arrivate dietro ma che nelle prossime stagioni con tutta probabilità continueranno a giocarsi il campionato. Scrive l’Economist: «la maggior parte delle persone [che si trovano in una simile posizione], sebbene ispirate, non raggiungeranno obiettivi simili; un risultato improbabile che si avvera, non rende più probabili tutti gli altri. E se dire alle persone che il loro sogno è più realizzabile di quanto credono è una cosa buona a prescindere, allora Las Vegas è una città davvero fantastica».

Ultimo punto: l’Economist sostiene che il mondo sia diventato un posto migliore in cui vivere grazie alla scienza e alle leggi, che hanno reso tutto più “prevedibile”: di conseguenza «un nichilismo che si basa su successi inaspettati rende inutili queste conquiste». Se cioè prestiamo attenzione solamente a successi eccezionali e dati da contesti particolari, rischiamo di perdere di vista i molti privilegi che l’ordine e la prevedibilità hanno generato nel corso degli anni.