Britain Soccer Premier League
Jamie Vardy esulta per il suo undicesimo gol in undici partite consecutive contro il Manchester United (AP Photo/Rui Vieira)

La più grande impresa del calcio moderno

Il Leicester City ha vinto la Premier League, dopo una stagione senza precedenti: per come è iniziata e per le cento storie che ha dietro, una meglio dell'altra

di Pietro Cabrio

Quel video lo avete visto, probabilmente, anche se non ve ne ricordate: circolò moltissimo sui social network e in televisione. Era il 12 maggio del 2013, 96esimo minuto della partita tra Watford e Leicester City, ritorno di una delle semifinali dei playoff della Championship, la seconda divisione inglese.

La partita dovrebbe essere finita da due minuti, ma sta continuando perché l’arbitro Michael Oliver ha assegnato un calcio di rigore a favore del Leicester. Prima che il centrocampista francese Anthony Knockaert vada sul dischetto a tirarlo, il risultato è fermo sul 2 a 1 per il Watford: finisse così si andrebbe ai calci di rigore. Se il Leicester segna, il Watford è eliminato. Il vincitore andrà a Wembley a giocarsi la promozione in Premier League. Il Watford, che da due anni è sotto la gestione della famiglia Pozzo, ha in porta lo spagnolo Manuel Almunia, che fino a due anni prima era il portiere dell’Arsenal. Prima di calciare, Knockaert guarda più volte l’angolo destro della porta, cercando di farsi notare da Almunia, per ingannarlo. Dopo una breve rincorsa calcia il pallone centrale. Almunia si tuffa nel lato indicato da Knockaert ma con i piedi riesce a respingere la palla e in qualche modo respinge anche la ribattuta, salvando il Watford. Un difensore calcia via il pallone dall’area di rigore, il Watford riparte in contropiede e segna il gol del 3 a 1. Il boato dei tifosi riempie lo stadio Vicarage Road e il Watford elimina il Leicester dai playoff in modo spettacolare.

Una partita che finisce in quel modo può avere grosse ripercussioni sul morale di una squadra e può compromettere anche le crescenti ambizioni di un club come il Leicester, dal 2010 proprietà del milionario thailandese Vichai Srivaddhanaprabha. Nella partita contro il Watford, il Leicester aveva tenuto in panchina Harry Kane, che due stagioni dopo diventerà uno degli attaccanti più forti della Premier League. Tra titolari e riserve c’erano anche Daniel Drinkwater, Kasper Schmeichel, Wes Morgan e Jeffrey Schlupp: giocatori che in quel momento non dicevano niente e sembravano destinati ad avere al massimo una buona carriera nelle squadre inglesi di medio-bassa classifica. C’era Jamie Vardy, un attaccante che appena tre stagioni prima giocava nell’ottava serie inglese con la squadra dei lavoratori della British Steel, una delle principali compagnie siderurgiche britanniche. Come Kane, anche Vardy diventerà uno degli attaccanti più forti del campionato inglese, ma non giocherà con il Tottenham o con il Manchester United, bensì con la squadra vincitrice del campionato più ricco e famoso del mondo: il Leicester City di Daniel Drinkwater, Kasper Schmeichel, Wes Morgan e Jeffrey Schlupp.

Il Leicester nel calcio inglese

«Ho visto il Leicester perdere la finale di FA Cup nel 1969 con mio papà e con mio nonno, quando avevo otto anni, e piansi per tutta la casa. Ho visto promozioni e retrocessioni. Ho giocato per loro otto anni. Con un gruppo di tifosi e amici abbiamo donato anche qualche sterlina quando il club stava per fallire. Ma niente può essere paragonato a questo. Niente. Cose come queste semplicemente non accadono ai club come il mio». Gary Lineker è un famoso ex attaccante inglese che nella sua carriera, oltre che con il Leicester, ha giocato con l’Everton, con il Tottenham e con il Barcellona. È nato a Leicester ed è un tifoso dei “foxes”, le volpi, il soprannome con cui ci si riferisce ai giocatori del Leicester. È uno dei tifosi di una città di circa 370mila abitanti delle Midlands orientali che in questa stagione, grazie agli incredibili risultati della squadra locale, sta vivendo la più grande impresa calcistica della storia recente: il Leicester, che appena una stagione fa aveva evitato la retrocessione per un soffio, ha vinto la Premier League.

Il Leicester è arrivato davanti a club enormemente più ricchi e sulla carta più forti come Arsenal, Manchester United e City, Chelsea e Tottenham. Ha una squadra che è quasi identica a quella dell’anno scorso e ha un allenatore, l’italiano Claudio Ranieri, che nessuno considerava “da grande squadra”: sette mesi prima aveva condotto la nazionale greca nel peggior girone di qualificazione a un campionato europeo della sua storia e per questo era stato a lungo maledetto dai giornali sportivi greci. E si può andare avanti ancora parecchio: il Leicester ha vinto con un giocatore che cinque anni fa giocava con una squadra di operai, con un altro che giocava con una squadra di riserve in un campionato amatoriale francese e con uno scarto del Manchester United che in coppia con un giovane semi-sconosciuto francese forma oggi la miglior coppia di centrocampisti del campionato inglese e anche la meno costosa.

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