Come è nata la carta di credito

Con una banca che spedì il primo prototipo a 60 mila ignari abitanti della città di Fresno, in California, senza chiedere nulla a nessuno

La carta di credito come la conosciamo oggi – un oggetto di plastica che ci permette di fare acquisti a credito – è nata nel 1958 a Fresno, in California, quando Bank of America spedì a 60 mila ignari abitanti della cittadina una busta con all’interno il prezioso rettangolo di plastica e la spiegazione di come utilizzarlo: un episodio da allora noto come il “Fresno drop”. Ci sono due ragioni per cui la prima carta di credito fu lanciata in quel modo bizzarro. La prima l’ha raccontata il podcast 99% invisible proprio in questi giorni: a nessuno importava quello che succedeva a Fresno e quindi, se l’operazione fosse andata male, difficilmente la stampa se ne sarebbe interessata. La seconda è un po’ più seria e spiega perché il lancio della prima carta di credito sia avvenuto in maniera così massiccia e in un’area così ristretta.

Una specie di primitiva carta di credito esisteva da quasi un secolo. Era nata come sistema per semplificare le linee di credito che negozi, ristoranti e alberghi aprivano per i loro clienti più fedeli (avete presente quando in un film qualcuno dice «Metta tutto sul mio conto»?). Ovviamente, avere decine di conti aperti per altrettanti clienti era un problema contabile non da poco. Bisognava tenere traccia di tutti i crediti concessi, farli rimborsare a fine mese e tagliare le linee di credito a quei clienti che si dimostravano cattivi pagatori.

Tra la fine dell’Ottocento e i primi del Novecento cominciò a diffondersi negli Stati Uniti e in altre parti del mondo un sistema per rendere più semplice tutto il procedimento. Si trattava di una specie di medaglietta, grande quanto una moneta e con un buco, in modo da poter essere infilata in un anello. Queste medagliette venivano realizzate dagli esercenti per il loro clienti più affezionati. Sulla superficie avevano impresso il nome del cliente e il numero del suo conto. Quando arrivava il momento di pagare, il cliente mostrava la medaglietta e il prezzo della sua consumazione veniva aggiunto al registro. Il problema era che a ogni esercizio corrispondeva una medaglietta diversa, quindi chi aveva linee di credito aperte in molti locali si ritrovava nel giro di poco tempo con un portachiavi pieno di medagliette.

Nel 1949, racconta 99% invisibile, un imprenditore di New York, Frank X. McNamara, cercò di semplificare ulteriormente i pagamenti a credito e introdusse una carta che poteva essere usata per pagare a credito in una serie di ristoranti e alberghi di New York che avevano sottoscritto una convenzione. La Diners Card (che esiste ancora oggi ed è diventata una normale carta di credito), aveva forma rettangolare ed era fatta di carta rigida. La prima Diners Card non ebbe una grande diffusione, come non lo ebbero nemmeno gli altri tentativi di introdurre simili metodi di pagamento. Il problema era che i commercianti non erano molto disposti ad accettare carte possedute soltanto da pochi clienti, mentre i clienti non avevano alcun interesse a possedere una carta che gli garantiva credito soltanto in pochi negozi.

Il “Fresno drop” nacque come soluzione per uscire da quella situazione di stallo. A Fresno il 45 per cento degli adulti aveva un conto presso Bank of America. Inviando a quasi tutti loro una carta di credito non richiesta, la banca si assicurò che in città ci fosse un numero sufficiente di clienti. A quel punto fu relativamente facile convincere i negozianti ad accettare la carta. Apparentemente il piano ebbe successo e Bank of America iniziò a espandere il modello al resto della California. Nei dieci mesi successivi, un milione di carte di credito fu spedito in tutto lo stato.

Si trattava di rettangoli di plastica senza chip o bande magnetiche, come hanno invece le carte moderne, ed erano soprattutto molto complicate da usare. Una volta che il cliente aveva esibito la sua carta, il negoziante doveva telefonare alla propria banca, che a sua volta telefonava alla società che aveva emesso la carta di credito. A quel punto un impiegato consultava i libri contabili, si accertava che il cliente avesse un’adeguata disponibilità e quindi registrava la transazione. Era un sistema potenzialmente facile da frodare, anche perché non era obbligatorio ripagare i debiti contratti utilizzando la carta ogni fine mese – come è invece oggi. La banca cercò di inviare le carte soltanto ai clienti affidabili: si trattava, dopo tutto, di una linea di credito che era meglio non finisse nelle mani di truffatori o di debitori incalliti. Ma all’epoca i sistemi di valutazione del merito dei clienti erano molto primitivi e le carte furono spedite anche a disoccupati, alcolizzati e bancarottieri. All’epoca il processo venne definito come “dare zucchero ai diabetici” e nel 1970 una legge federale rese illegale inviare carte di credito non richieste per posta.

Nel frattempo il primo anno dell’operazione era andato malissimo: la banca registrò milioni di dollari di perdite e i manager che avevano avuto l’idea furono licenziati. Nonostante le frodi, la complessità delle operazioni e i pessimi risultati finanziari l’idea continuò però a diffondersi. Le banche erano attirate dalla possibilità di concedere piccoli prestiti a chiunque e di guadagnare sia sugli interessi che sulle commissioni pagate dai loro clienti ogni volta che usavano le carte. La “BankAmericard”, come si chiamava la prima carta di credito, fu concessa in licenza anche ad altre banche, così che anche chi non aveva un conto alla Bank of America poteva utilizzare la carta per fare acquisti a credito. Nel 1976 i detentori di licenze BankAmericard si riunirono e fondarono VISA. Pochi anni dopo i loro concorrenti si riunirono in Mastercard. Oggi VISA e Mastercard sono i due più grandi distributori al mondo di carte di credito.

Mezzo secolo dopo il “Fresno drop”, più del 70 per cento degli americani adulti possiede una carta di credito e i debiti totali accumulati con questi strumenti ammontano a 900 miliardi di dollari. In Europa, Regno Unito escluso, le carte di credito arrivarono in ritardo e soltanto negli anni Novanta cominciarono ad avere una diffusione simile a quella che avevano da anni negli Stati Uniti. Nonostante i progressi tecnologici abbiano reso l’utilizzo della carta una procedura semplice e veloce, molti europei preferiscono ancora utilizzare altri strumenti di pagamento, come i contanti o i bancomat, che spostano direttamente i soldi da un conto corrente all’altro senza bisogno dell’intermediazione di una società di credito. In Europa, e soprattutto in Italia, è più difficile ottenere una carta di credito e spesso le banche effettuano controlli o richiedono garanzie prima di concedere una linea di credito. Negli Stati Uniti invece le cose non sono cambiate più di tanto rispetto agli anni del “Fresno drop”. Inviare carte di credito non richieste per posta è ancora illegale, ma le banche mandano moduli precompilati a cui manca solo la firma per ottenere una nuova carta di credito. Anche questi moduli arrivano del tutto non richiesti.