Cinque cose su “Brooklyn”

Era uno dei film candidati all'Oscar, è piaciuto molto anche ai critici ed è nei cinema dal 17 marzo (e la sceneggiatura l'ha scritta uno bravo)

(Da una scena di "Brooklyn")
(Da una scena di "Brooklyn")

Brooklyn è un film drammatico e romantico diretto dal regista irlandese John Crowley e con Saoirse Ronan come attrice protagonista: sia lei che il film erano candidati per gli Oscar e in generale, del film si è parlato molto bene. Brooklyn è in Italia dal 17 marzo e racconta la storia di Eilis Lacey, una giovane donna irlandese che negli anni Cinquanta emigra dal piccolo paese in cui vive con la madre e la sorella per andare a cercare lavoro a New York. Il film è tratto dall’omonimo romanzo scritto nel 2009 da Colm Tóibín (anche lui irlandese) e pubblicato in Italia da Bompiani, la sceneggiatura è invece dello scrittore britannico Nick Hornby.

Brooklyn è costato relativamente poco – 10 milioni di dollari – e negli ultimi mesi ha incassato cinque volte tanto. Quando fu presentato al Sundance Film Festival, il famoso festival di cinema indipendente fondato da Robert Redford, ottenne quella che fu descritta come una “euforica standing ovation” e agli Oscar Brooklyn era tra i film candidati per il Miglior film. Brooklyn aveva altre due nomination: quella di Ronan come Miglior attrice protagonista e quella per la Miglior sceneggiatura non originale. In compenso Brooklyn ha vinto il premio BAFTA per il Miglior film britannico battendo, tra gli altri, Ex Machina e The Danish Girl. Oltre a essere piaciuto a chi assegna i premi e oltre ad aver avuto buoni incassi, Brooklyn è anche uno dei film che, negli ultimi mesi, è piaciuto di più ai critici. Su Playlist Rodrigo Perez ha scritto:

È una storia straziante e intensa sulle scelte, gli stati, le promesse, i sacrifici e l’amore. Brooklyn è un ritratto superbo, luminoso e agrodolce di chi siamo, i posti da cui veniamo, quelli in cui vogliamo andare e quelli che chiamiamo casa.

La trama di Brooklyn

È il 1952 ed Eilis, una giovane donna che deve partire da Enniscorthy, il paese in cui vive, perché in quel momento non riesce a trovare un vero lavoro (ha solo un lavoretto da fine settimana in un negozio). Eilis è una ragazza che sembra piuttosto insicura, o comunque timida e non particolarmente intraprendente. Non è lei a decidere di partire; è sua sorella che, mettendosi in contatto con un prete irlandese di New York, decide per lei. Ellis parte e arriva a Brooklyn: trova subito un lavoro in un grande magazzino ma ha molta nostalgia e fa fatica a farsi una nuova vita nella nuova città. Le cose cambiano quando incontra un idraulico italoamericano – Tony Fiorello (interpretato da Emory Cohen) – e i due s’innamorano.

Dopo l’incontro con Tony le cose che andavano male sembrano di colpo andare benissimo e proprio quando Eilis inizia a immaginarsi la sua vita a Brooklyn è costretta a tornare per alcuni mesi a Enniscorthy. Una volta tornata in Irlanda Eilis scopre che anche lì le cose girano abbastanza bene, di sicuro molto meglio di prima che emigrasse: la protagonista deve quindi scegliere tra l’Irlanda e Brooklyn, e tra le due vite che potrebbe avere in quei due posti.

Il libro di Tóibín

Nelle molte interviste che Tóibín ha fatto per la promozione del film ha sempre detto che il lavoro fatto prima da Hornby e poi da Crowley gli è davvero piaciuto. Tóibín, che è nato e cresciuto proprio a Enniscorthy, ha detto di aver apprezzato soprattutto il fatto che le stesse strade in cui passava da ragazzo siano diventate il set di un film (alcune delle scene sono state girate proprio a Enniscorthy): “è divertente come la mia vita sia diventata un romanzo e poi, con questo film è tornata a essere vita”, ha detto. Tra libro e film ci sono però delle rilevanti differenze: il sito Bustle ha messo insieme le più rilevanti spiegando soprattutto che i due finali sono “totalmente diversi”. Senza rovinare nulla, Tóibín ne ha parlato in un’intervista al Washington Post, in cui ha spiegato che il film fa un passo in più rispetto al libro e finisce più avanti. «In un film fai un certo tipo di patto con il pubblico. Non puoi finire “una pagina prima” del vero finale; una cosa che invece in un romanzo si può fare, e quasi sempre si fa», ha detto. 

Nick Hornby, che ha scritto la sceneggiatura, è uno scrittore che di solito cura le sceneggiature dei film tratti dai suoi libri (Febbre a 90°, Alta fedeltà e  About a Boy – Un ragazzo, per dire solo i più famosi) ma ha anche scritto sceneggiature tratte da romanzi scritti da altri: prima di Brooklyn era successo per An Education e Wild.

Brooklyn, in Canada

Gran parte delle scene per le strade di Enniscorthy sono state girate proprio per le strade di Enniscorthy, che è nel sud-est dell’Irlanda e ha poco più di 10mila abitanti. La maggior parte delle scene girate a Brooklyn non sono invece state girate lì, ma a Montreal, in Canada. È una scelta che è stata fatta per questione di budget: è stato infatti deciso che girare Brooklyn a Brooklyn – fermando il traffico e riportando le ambientazioni indietro fino agli anni Cinquanta – era impossibile senza sforare il budget. La troupe è stata a Brooklyn solo due giorni: uno per girare l’esterno di una casa e uno per girare le scene ambientate a Coney Island. La troupe è invece rimasta a Montreal per quattro settimane. A un certo punto del film Eilis indossa un abito giallo: Odile Dicks-Mireaux, la costumista del film ha spiegato di averlo comprato in un negozio d’abiti vintage, proprio a Montreal.

I tre “colori” di Brooklyn

John Crowley ha spiegato di aver diviso il film in tre “momenti visivi“, tre momenti in cui le inquadrature, le luci e le tonalità cromatiche aiutano a creare una specifica atmosfera. Il primo momento è quello dei primi minuti del film, in Irlanda: ci sono inquadrature ristrette e c’è una prevalenza di toni verdi e freddi. Il secondo momento inizia con l’arrivo a Brooklyn e i colori sono più vivaci, per rappresentare la dinamicità di New York in quegli anni. Il terzo momento è quello del ritorno in Irlanda: Crowley ha spiegato che rispetto al primo momenti ci sono più scene luminose e c’è una “leggera atmosfera onirica”. È la stessa Irlanda di prima, ma agli occhi di Eilis è diversa.

Lo spin-off televisivo

A febbraio 2016 è stato annunciato che dal film sarà tratto una spin-off, una serie televisiva che parte da Brooklyn per raccontare una nuova storia: non c’è ancora una data ma sarà trasmessa da BBC e si sa che la protagonista sarà Madge Kehoe, l’anziana signora proprietaria della casa di Brooklyn in cui vive Eilis. Nel film la signora Keohe è interpretata da Julie Walters ed è proprietaria di una sorta di convitto, una specie di ostello in cui diverse donne hanno una stanza in affitto. IMDB scrive che sarebbe la prima volta nella storia in cui un film candidato all’Oscar come Miglior film sarebbe “direttamente seguito da uno spin-off televisivo e non da un seguito”.