• Mondo
  • Giovedì 17 marzo 2016

Perché i francesi fanno più figli di tutti

È da anni il paese europeo con i livelli di natalità più alti: c'entrano le efficaci politiche di aiuto alle donne e alle coppie, anche quelle non sposate

(FRANCOIS GUILLOT/AFP/Getty Images)
(FRANCOIS GUILLOT/AFP/Getty Images)

Martedì 15 marzo l’Eurostat, l’Ufficio Statistico dell’Unione Europea, ha diffuso i dati riguardo alla fertilità e alla nascita di bambini negli stati europei per il 2014. Il rapporto dice che il tasso di fertilità più alto d’Europa è quello della Francia, con 2,01 bambini nati per ogni donna. Il dato non è una novità: sono diversi anni che la Francia conserva questo primato, e come ha detto il demografo Ron Lesthaeghe «per quanto riguarda l’economia, è la Germania l’uomo forte d’Europa; ma quando si parla di demografia la Francia è la nostra donna fertile». Il secondo paese con il tasso di fertilità più alto è l’Irlanda, con 1,94, mentre per l’Italia è di 1,37 bambini per donna, più alto solo di quello di Grecia, Spagna, Cipro, Polonia e Portogallo. Il motivo per cui le donne francesi fanno più figli di quelle degli altri paesi europei è che da diversi anni la Francia ha adottato una serie di politiche per aumentare gli aiuti alle famiglie con figli, senza però discriminare i genitori sposati da quelli conviventi, e incentivando le donne a non lasciare il proprio lavoro per occuparsi dei figli. L’Istituto nazionale di studi demografici francese è stato visitato negli ultimi anni diverse volte da studiosi giapponesi e sudcoreani, due paesi dove la popolazione sta diminuendo moltissimo, che hanno cercato di capire quali sono le politiche francesi che hanno fatto aumentare il tasso di fertilità.

Gli anni Settanta e Ottanta furono negativi dal punto di vista demografico per la Francia, in cui il tasso di fertilità scese. Cominciò però a aumentare verso la fine degli anni Novanta, e da qualche anno si è stabilizzato intorno ai due bambini per donna: il tasso di sostituzione della popolazione, cioè il livello di fertilità necessario perché la popolazione di un paese rimanga costante, è nei paesi avanzati di 2,1 (in quelli più poveri è più alto, per via del maggiore tasso di mortalità). Il demografo Laurent Toulemon ha spiegato al Guardian che il “segreto” del successo della Francia (come i paesi scandinavi) è che ha aiutato con politiche di assistenza economica tutti i tipi di famiglia, indipendentemente dal fatto che i genitori fossero sposati o conviventi: «In questi paesi le regole che riguardano le famiglie sono molto più flessibili, con matrimoni tardivi, famiglie ricostituite, genitori single, e nascite fuori dal matrimonio e divorzi molto più frequenti dei paesi del sud dell’Europa. Le persone si preoccupano meno del concetto di famiglia [come istituzione]». Toulemon ha spiegato come le cose funzionino diversamente, ad esempio, in Giappone: «Una donna che inizia una relazione deve anche accettare il matrimonio, obbedire al marito, avere figli, smettere di lavorare dopo che sono nati e occuparsi dei parenti più anziani. O tutto o niente. In Francia il pacchetto è più flessibile: uno non deve per forza sposarsi o avere figli. Le regole sono più aperte e le famiglie più variegate». La percentuale di bambini nati fuori dal matrimonio in Francia è di circa il 50 per cento, mentre ad esempio in Italia è di circa il 25 per cento.

Prima di una riduzione decisa nel 2013 dal presidente Francois Hollande, la Francia investiva circa il 4 per cento del prodotto interno lordo per aiutare le famiglie e i bambini (oggi investe il 3,5 per cento), e il grosso degli aiuti economici per le famiglie arriva con il secondo figlio (e cresce per ogni ulteriore figlio). A partire da quando i bambini hanno due mesi, in Francia possono essere affidati agli asili: circa il 40 per cento dei bambini sotto i due anni viene affidato a qualche servizio per l’infanzia, e circa il 92 per cento di quelli tra i 3 e i 6 frequenta la scuola materna. In generale, le donne francesi sono incoraggiate ad affidare i propri figli ai servizi pubblici dedicati invece che a lasciare il proprio lavoro o a interromperlo: anche per questo il tasso di occupazione femminile tra le donne francesi tra i 15 ai 64 anni è superiore al 60 per cento (in Italia è di circa il 46 per cento). Una legge del 2014 ha aggiunto sei mesi di congedo parentale a ogni coppia con un figlio, dando la possibilità anche all’altro genitore (solitamente il padre) di occuparsi del figlio e permettendo quindi alla madre di lavorare. Negli anni Sessanta e Settanta molti sostenitori del concetto di “famiglia tradizionale” sostenevano che una maggiore flessibilità nelle leggi sulla famiglia avrebbe portato a una diminuzione delle nascite: oggi però il tasso è più alto nei paesi europei in cui le donne lavorano, e più basso in quelli in cui stanno a casa. «La libertà di scelta per le donne è essenziale per il sistema», ha spiegato Toulemon.