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  • Martedì 15 marzo 2016

Lula potrebbe essere nominato ministro

L'ex presidente del Brasile otterrebbe così l'immunità dalle accuse per riciclaggio, e infatti ci sono grandi proteste

Un artista di strada durante le proteste anti-governative disegna le caricature di Luiz Inacio Lula da Silva e dell'attuale presidente del paese Dilma Rousseff, San Paolo, 13 marzo 2016 (AP Photo/Andre Penner)
Un artista di strada durante le proteste anti-governative disegna le caricature di Luiz Inacio Lula da Silva e dell'attuale presidente del paese Dilma Rousseff, San Paolo, 13 marzo 2016 (AP Photo/Andre Penner)

L’ex presidente brasiliano Luiz Inácio Lula da Silva potrebbe accettare un ruolo nel governo della presidente Dilma Rousseff. Lo scrivono i media brasiliani dicendo anche che nelle prossime ore Lula è atteso a Brasilia per discutere direttamente con Rousseff di questa ipotesi, che in molti considerano quasi scontata. All’inizio di marzo Lula era stato fermato dalla polizia brasiliana nell’ambito di un nuovo filone delle indagini sul grosso caso di corruzione legato agli affari della società pubblica Petrobras ed era stato formalmente accusato di riciclaggio: le accuse devono però ancora essere accettate dal giudice federale Sergio Moro, che sta indagando su Petrobras, e se Lula diventasse ministro o capo di gabinetto potrebbe godere dell’immunità dalle decisioni di Moro (ma non da quelle della Corte Suprema del Brasile, precisa il Guardian).

Lula da Silva era stato fermato dalla polizia brasiliana il 4 marzo, nell’ambito di un nuovo filone delle indagini sul grosso caso di corruzione Petrobras, la grande azienda petrolifera pubblica del Brasile coinvolta ormai da due anni in un vasto sistema di corruzione che ha messo la società e il governo in una brutta situazione. Nell’inchiesta sono coinvolte decine persone: vari ex alti dirigenti di Petrobras (alcuni dei quali già condannati), altre aziende brasiliane per la costruzione e i lavori pubblici (BTP) e diversi politici che appartengono soprattutto al Partito dei Lavoratori (PT), quello della presidente Dilma Rousseff e di Lula. Nell’operazione all’inizio di marzo sono state eseguite diverse perquisizioni e arresti: fra le case perquisite, ce n’erano anche alcune che secondo i giudici sono collegate a Lula. Il sospetto è che due società di costruzioni che hanno ottenuto ingenti appalti governativi durante il governo di Lula e di Rousseff possano aver ottenuto dei benefici in cambio del restauro delle proprietà destinate all’uso di Lula e della sua famiglia. Lula era stato rilasciato circa 3 ore dopo e il 10 marzo erano state formalizzate nei suoi confronti le accuse di riciclaggio, che devono ancora essere accettate dal giudice Moro.

Lula ha negato ogni accusa e ha detto che l’indagine in corso è di natura politica («una carognata»). Lunedì 14 marzo i principali giornali del Brasile hanno scritto che Lula avrebbe accettato presto una posizione ministeriale specificando che poteva essere quella di capo di gabinetto o di ministro degli Affari legislativi, al posto di Ricardo Berzoini (sempre lunedì la presidente Rousseff aveva nominato un nuovo ministro della Giustizia, il secondo in un mese).

L’indagine nei confronti di Lula ha rafforzato le proteste in corso da mesi contro Rousseff: domenica 13 marzo un milione di persone ha manifestato contro il governo e a sostegno del giudice Moro che è responsabile anche dell’arresto di Joao Vaccari, tesoriere del partito di governo, e che è diventato una specie di eroe popolare per milioni di brasiliani.

La nomina di Lula potrebbe avere delle conseguenze sulla sua posizione giudiziaria, ma potrebbe anche favorire il governo di Rousseff. Diversi analisti scrivono infatti che l’ex presidente potrebbe rafforzare il governo e rallentare la procedura di impeachment contro la presidente che le opposizioni stanno invece cercando di accelerare (alcuni esponenti dell’opposizione dicono che sarà possibile entro 45 giorni approvare alla Camera e al Senato la rimozione temporanea di Dilma Rousseff fino a 180 giorni). Le opposizioni hanno reagito alla possibile nomina dell’ex presidente Lula dicendo che se questo succedesse ne chiederanno immediatamente la sospensione («Sarebbe una presa in giro, uno schiaffo in faccia alla gente»). Il presidente nazionale del Partito dei Lavoratori al governo, Rui Falcão, si è espresso invece a favore di una nomina di Lula. Il quotidiano Brasiliano O Globo scrive comunque che la difficoltà maggiore per il governo è attualmente quella «di convincere l’opinione pubblica che Lula si sta avvicinando a Dilma per aiutarla, e non per scappare dal giudice Moro».