Chi comprerà Yahoo?

La famosa azienda di Internet sta valutando se mettersi in vendita: potrebbe finire sotto il controllo dell'operatore Verizon o di Time Inc.

(Alli Harvey/Getty Images for Yahoo)
(Alli Harvey/Getty Images for Yahoo)

Nella seconda metà di febbraio, Yahoo – una delle società più conosciute dei primi anni del Web – ha annunciato di avere creato un comitato indipendente per valutare “alternative strategiche” per il suo futuro, che secondo diversi analisti porteranno alla vendita dei suoi servizi principali online come i portali e la posta elettronica, per motivi fiscali e per riorganizzare le proprie attività. Grazie alla proprietà di 400 milioni di azioni di Alibaba, l’azienda ha un valore di mercato intorno ai 30 miliardi di dollari, ma nonostante questo la parte dei servizi si è progressivamente svuotata per quanto riguarda pubblicità e numero di utenti: gli investitori chiedono da tempo una separazione delle attività, per evitare che quella meno redditizia influisca negativamente sul resto di Yahoo. Si stima che la parte dei servizi abbia un valore tra 3,5 e 6,5 miliardi di dollari e che abbia diversi potenziali acquirenti.

Compagnie telefoniche
Secondo gli analisti tra le grandi aziende statunitensi la più interessata è Verizon, operatore di telefonia che negli ultimi anni ha realizzato investimenti per estendere la sua offerta sul piano dei servizi online e della produzione di contenuti. Nel 2015 Verizon ha acquisito AOL, altro famoso marchio dei primi anni di Internet, per 4,4 miliardi di dollari e ora potrebbe fare altrettanto con Yahoo. L’azienda telefonica ha un valore di mercato di 208 miliardi di dollari e si stima abbia ancora 5 miliardi di dollari di cassa, pronti per essere spesi in nuovi investimenti. Il suo CEO, Lowell McAdam, ha fatto capire di essere interessato all’affare. L’ostacolo a un’operazione di questo tipo potrebbero essere però gli azionisti di Verizon: Yahoo non brilla più per modernità e innovazione e l’operatore ha già il controllo di AOL, che offre servizi simili, a partire da quelli per la posta elettronica. Verizon potrebbe comunque fondere insieme AOL e Yahoo, creando un’unica società di Internet con milioni di utenti, che potrebbero essere coinvolti in offerte di vario tipo soprattutto per quanto riguarda i video da guardare sui dispositivi mobili.

Una logica simile a quella di Verizon potrebbe essere applicata da AT&T, altra grande compagnia telefonica interessata a estendere i proprio servizi online. Anche Comcast, la grande multinazionale dei media che controlla NBCUniversal, potrebbe essere interessata a Yahoo per arricchire l’offerta dei suoi portali e al tempo stesso riversare milioni di utenti verso i suoi servizi.

Time Inc.
Dan Primack su Fortune scrive che tra le aziende interessate c’è anche Time Inc., editore di numerose riviste oltre a Time, come Sports Illustrated e Fortune. Dal 2014 Time Inc. è comunque relativamente piccola, perché è stata separata da Time Warner, la grande azienda attiva nei media e proprietaria di numerosi canali tv come HBO e CNN. Il suo valore di mercato è intorno agli 1,5 miliardi di dollari e di questi solo 651 milioni sono disponibili da subito in cassa, cioè senza la necessità di disinvestire denaro. Primack spiega che Time potrebbe lo stesso comprarsi Yahoo attraverso il meccanismo del “Revers Morris Trust”:

Yahoo Inc. dovrebbe creare una controllata in cui travasare le sue attività principali. La controllata sarebbe poi fusa con Time Inc. per creare una nuova società, che chiameremo TimeHoo. A questo punto TimeHoo dovrebbe offrire agli azionisti di Yahoo Inc. azioni a sufficienza per dare loro il controllo economico e di voto su TimeHoo. Grazie al “Reverse Morris Trust”, né Yahoo Inc. né i suoi azionisti sarebbero tassati per questa nuova distribuzione di azioni, a patto che Time Inc. convinca le autorità di controllo che questa transazione non fa parte di un piano nel lungo periodo studiato già nel 2014 quando la società fu separata da Time Warner nel 2014. Questa strategia fiscale dovrebbe in teoria dare a Time Inc. qualche vantaggio rispetto alla concorrenza nella gara per prendere il controllo di Yahoo.

Strategie e complicazioni fiscali a parte, Time Inc. potrebbe inserire l’acquisizione di Yahoo nella strategia seguita negli ultimi mesi, tesa a rafforzare la propria presenza online e a ottenere più soldi dai banner pubblicitari. Time Inc. potrebbe riversare i suoi contenuti sui portali di Yahoo, che hanno comunque svariati milioni di utenti e di iscritti, rilanciando l’interesse da parte di chi vuole fare pubblicità su quelle pagine. Di recente la stessa Time Inc. ha del resto acquisito Viant, proprietaria di MySpace e di un network per la pubblicità online, spendendo circa 300 milioni di dollari.

Altri
Oltre alle grandi aziende dei media e delle telecomunicazioni, ci sono diversi altri potenziali acquirenti tra le finanziarie private. In questo caso la finanziaria acquirente potrebbe scegliere di vendere alcuni dei servizi più redditizi dopo l’acquisizione, investire il denaro ricavato in attività online più innovative e intanto ottimizzare i costi riducendo il personale.

O nessuno?
Non è ancora chiaro se il comitato messo in piedi da Yahoo arriverà a una conclusione sulla vendita, che viene ormai rimandata da mesi. Benché ci siano chiaramente società interessate, c’è sempre l’eventualità che nessuno decida di farsi avanti e che Yahoo resti senza un compratore. Il fatto che l’attuale CEO, Marissa Mayer, sia ancora al suo posto nonostante le difficoltà sembra suggerire che l’azienda non abbia più molta fretta e che stia valutando di mantenersi indipendente. La storia finanziaria di Yahoo è complicata e negli ultimi dieci anni ha portato a decisioni imprevedibili, talvolta molto criticate, come la scelta nel 2008 di rifiutare gli oltre 44,6 miliardi di dollari offerti da Microsoft per la sua acquisizione.