Saviano su De Magistris: «Aveva una missione e l’ha fallita»

«A fine mandato non è importante isolare cosa va salvato e cosa no, ma quale città si è ereditata e quale città si lascia»

Roberto Saviano (LaPresse - Marco Cantile)
Roberto Saviano (LaPresse - Marco Cantile)

Su Repubblica di oggi c’è un’intervista a Roberto Saviano in vista delle prossime amministrative a Napoli. L’attuale sindaco di Napoli è Luigi De Magistris, eletto nel 2011 con il sostegno dell’Italia dei Valori e della Federazione della Sinistra battendo il candidato del centrodestra Gianni Lettieri (quello del PD, Mario Morcone, era arrivato terzo al primo turno). Nonostante le complicate vicende legate alla legge Severino che hanno portato alla sua temporanea sospensione dopo una condanna per abuso d’ufficio, De Magistris ha detto che intende ricandidarsi con il sostegno di liste e movimenti civici.

Saviano dice che Napoli è «una città dove si spara quotidianamente, dove è quasi impossibile trovare lavoro, dove non si investe più», che il PD tratta le città del sud, Napoli compresa, «come un buco nero» e che il Movimento 5 Stelle «che sul Sud poteva fare la differenza sconta un vizio di forma: essere sempre meno un partito e sempre più un’estensione della volontà di Casaleggio». A proposito di Luigi De Magistris, Saviano ha detto:

«Il sindaco aveva una missione e l’ha fallita. A fine mandato non è importante isolare cosa va salvato e cosa no, ma quale città si è ereditata e quale città si lascia. L’evoluzione delle organizzazioni criminali a Napoli non ha vita propria, ma si innesta nel tessuto cittadino e in quello politico e imprenditoriale. Se fino a qualche anno fa era quasi solo la periferia a essere dilaniata da continui agguati di camorra, ora si spara in pieno centro. E si spara per le piazze di spaccio. Non una parola sulla genesi di agguati e ferimenti. Non una parola sul mercato della droga che in città muove capitali immensi. Fare politica a Napoli e in Campania dovrebbe voler dire essere l’avanguardia della politica in Italia, avere idee, proposte, e tenersi lontani il più possibile dalle logiche delle consorterie».