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  • Mercoledì 24 febbraio 2016

Donald Trump ha vinto anche in Nevada

È la sua terza vittoria consecutiva alle primarie dei Repubblicani statunitensi, e il primo marzo c'è il Super-Tuesday: si vota in 12 stati contemporaneamente

Donald Trump con a fianco i suoi figli, Donald Trump Jr. ed Eric, in Nevada. (AP Photo/Jae C. Hong)
Donald Trump con a fianco i suoi figli, Donald Trump Jr. ed Eric, in Nevada. (AP Photo/Jae C. Hong)

L’imprenditore statunitense Donald Trump ha vinto i caucus del Partito Repubblicano in Nevada, ultima tappa delle primarie prima del cosiddetto Super-Tuesday, il martedì primo marzo durante il quale si voterà in 12 stati contemporaneamente. Trump ha ottenuto il 45,9 per cento dei voti, seguito da Marco Rubio con il 23,9 e Ted Cruz con il 21,4 per cento. Sono arrivati molto distanti gli ultimi due candidati rimasti in corsa, Ben Carson e John Kasich, rispettivamente con il 4,8 e il 3,6 per cento.

Il Nevada è uno stato dell’ovest, il settimo più grande degli Stati Uniti: è poco più piccolo dell’Italia ma ha solo 2,8 milioni di abitanti. I suoi abitanti sono bianchi per il 54,1 per cento, di origini latinoamericane per il 26,5 per cento, neri per l’8,1 per cento, di origini asiatiche per il 7,2 per cento. È uno stato che sta cambiando molto dal punto di vista demografico – Las Vegas è una cosiddetta “minority majority city”: un posto in cui le minoranze etniche costituiscono la maggioranza della popolazione – ma secondo gli exit poll solo l’1 per cento degli elettori dei caucus dei Repubblicani avevano origini latinoamericane. Anche perché politicamente i Repubblicani sono forti soprattutto nel nord dello stato, dove vivono i bianchi e i più ricchi, mentre il sud è più popolato ed etnicamente variegato.

Quelli del Nevada erano caucus e non tradizionali primarie, e assegnavano 20 delegati su base proporzionale. I caucus sono regolati dai partiti statali e funzionano così: gli elettori si riuniscono a una certa ora nei seggi, tutti insieme, e partecipano a un dibattito. Almeno un sostenitore per ogni candidato prende la parola e spiega perché bisogna votare per il suo candidato, gli altri possono rispondere. Soltanto quando è finita la discussione, gli elettori scrivono su un foglio di carta il nome del candidato che preferiscono.

Per Donald Trump quella del Nevada è la terza vittoria consecutiva alle primarie dei Repubblicani dopo quelle in New Hampshire e South Carolina, e i sondaggi lo danno ampiamente in testa sul piano nazionale: in questo momento è considerato da tutti il candidato favorito. Una delle ragioni del suo attuale predominio, però, è il fatto che non sia ancora emerso un vero candidato “anti-Trump”: secondo la gran parte degli analisti quel candidato è Marco Rubio, che nelle ultime primarie ha ottenuto buoni risultati e ha visto ritirarsi candidati che potevano togliergli spazio, come Chris Christie e Jeb Bush. Le cose cambieranno definitivamente con il Super-Tuesday, probabilmente: ci si aspettano ancora vittorie di Donald Trump ma anche un ritiro o un ridimensionamento di chi non riuscirà ad arrivare secondo.