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  • Mercoledì 17 febbraio 2016

La prima rivista letteraria del deep web

Si chiama The Torist ed è stata fondata da un professore universitario e da un utente anonimo: ci sono racconti, saggi e poesie

A gennaio è uscito il primo numero di The Torist, la prima rivista lettera online pubblicata sul cosiddetto deep web, cioè una parte di internet a cui si accede soltanto attraverso motori di ricerca specifici, come per esempio TOR (acronimo di The Onion Router), che permette agli utenti di restare anonimi. Negli ultimi anni si è parlato di deep web soprattutto perché ospitava siti come Silk Road – dov’era possibile comprare armi e droga – e per aver lanciato la valuta virtuale Bitcoin. Il deep web è anche molto frequentato da utenti che ambiscono a una società libertaria, sia a livello sociale che culturale, e che sono molto interessati a questioni coma la privacy personale e l’eccessiva sorveglianza dei governi.

The Torist è stato fondato da Robert W. Gehl, un professore associato dell’università dello Utah specializzato in tecnologie della comunicazione, insieme a GHM, un utente rimasto anonimo che ha incontrato su Galaxy, un social network che era una sorta di Facebook del deep web, e che contava circa 30 mila iscritti prima di venire chiuso qualche mese fa.

L’obiettivo di Gehl e GMH è strutturare e articolare meglio le idee e gli argomenti di cui si discute sul deep web. Come hanno raccontato alla rivista online Motherboard, si sono conosciuti circa un anno e mezzo fa su Galaxy. GMH ha spiegato che: «all’epoca ero abbastanza soddisfatto di Galaxy e dell’atmosfera che c’era, diversa da quelli del web normale. Pensai che questa diversità di atmosfera e frequentazioni potesse tradursi in una webzine interessante». Gehl e GMH erano interessati a capire che tipo di letteratura e discussioni sulla letteratura sarebbero nate nel deep web, e per questo decisero di creare una rivista letteraria dedicata, che ancora non esisteva.

GMH e Gehl si misero quindi al lavoro insieme ad altri utenti di Galaxy, finendo per pubblicare, dopo un anno e mezzo, il primo numero di The Torist: lo si può scaricare gratuitamente in pdf, ma il link si apre solamente sul motore di ricerca TOR. La rivista è lunga 51 pagine e contiene tre racconti, alcune poesie di due autori diversi, due testi di saggistica e una prefazione di cinque pagine in cui Gehl e GMH presentano la rivista. Tutti i testi affrontano in qualche modo il rapporto tra uomo e tecnologia, la privacy e i rischi dell’eccessiva sorveglianza sugli individui, e la cultura del web in generale, trattati spesso con un approccio critico e distopico.

Un racconto è estratto dal romanzo The United States of Air di J. M. Porup, ambientato in un futuro immaginario in cui gli Stati Uniti entrano in guerra contro il “terrorismo del cibo”. La storia è narrata dal punto di vista di un agente della National Security Agency (NSA, l’agenzia federale statunitense che si occupa di spionaggio delle telecomunicazioni): il Presidente, chiamato anche il Profeta, si serve della propaganda per convincere le persona a smettere di mangiare cibo e limitarsi soltanto all’aria. Questi sono invece alcuni versi di una poesia di Miriam Rasch: «We’ll only know who we are once the algorithm finds us» («Sapremo chi siamo solamente quando l’algoritmo ci troverà»). I due saggi trattano infine il fenomeno dello scam baiting (una tecnica che permette di sventare le frodi su internet) e i limiti delle libertà tecnologiche. L’autorevole rivista letteraria americana Literary Hub ha scritto che alcuni lavori sono «piuttosto buoni» ed è interessante capire perché i loro autori vogliano restare anonimi anziché ricercare, come accade solitamente, un pubblico e la fama.

The Torist è molto curato anche da un punto di vista grafico: le pagine testuali sono molto pulite e le foto sono tutte in bianco e nero. La rivista è pubblicata senza alcun tipo di copyright per contrastare quella che GMH ha definito “la cultura del copyright”: un mondo dove siamo circondati da oggetti coperti da licenza, che limitano la nostra possibilità di utilizzarli. The Torist può essere condiviso ovunque e da chiunque, e il suo contenuto può venire modificato liberamente.

Per Gehl e GMH la rivista punta a un pubblico ampio: si rivolge sia agli ex iscritti di Galaxy, che hanno già familiarità con le tematiche trattate, sia a chi non ne sa niente e ha iniziato a frequentare il deep web per curiosità. Nessuno degli autori dei testi – che non hanno ricevuto alcun compenso dalla rivista – ha mantenuto l’anonimato, pur potendolo fare; è anche vero che nessuno ha controllato l’autenticità dei nomi che hanno fornito, che potrebbero essere inventati. Gehl ha scelto di rendere pubblico il suo per garantire la serietà della rivista: è una personalità riconosciuta a livello accademico ed è autorevole su argomenti come la privacy e il rapporto con i nuovi mezzi di comunicazione. Per ora The Torist è piaciuta ai lettori: nei forum del deep web i suoi articoli hanno ricevuto soprattutto commenti positivi.