La Svizzera ha sospeso la vendita di alcune auto Volkswagen

La misura riguarda i modelli a motore diesel che inquinano più del dovuto: si parla di 180mila auto non ancora vendute

(JOHANNES EISELE/AFP/Getty Images)
(JOHANNES EISELE/AFP/Getty Images)

L’Ufficio federale delle strade svizzero (USTRA), un’agenzia governativa che si occupa di trasporto privato, ha sospeso la vendita in Svizzera di alcuni modelli di automobili prodotti da Volkswagen, la nota azienda tedesca che nei giorni scorsi ha ammesso di avere venduto circa 11 milioni di automobili che montano un dispositivo in grado di eludere i controlli anti-emissioni inquinanti. L’USTRA ha fatto sapere che il divieto si applica alle auto che montano un motore diesel di categoria anti-inquinamento Euro 5 di tutti i marchi Volkswagen, fra cui quindi anche Audi, Seat e Skoda. Il portavoce dell’USTRA, Thomas Rohrbach, ha detto che il provvedimento di sospensione potrebbe riguardare 180mila automobili non ancora vendute. Il provvedimento non riguarda le automobili attualmente in circolazione. L’USTRA ha detto che ulteriori dettagli sul provvedimento verranno resi noti lunedì 28 settembre.

La Svizzera è il primo paese europeo a vietare la vendita di alcune automobili Volkswagen. Il caso Volkswagen è emerso dopo un controllo di un’agenzia federale americana e per ora riguarda soprattutto gli Stati Uniti. Su richiesta del governo tedesco, due giorni fa Volkswagen ha però confermato che il dispositivo per falsare i controlli sulle emissioni è presente in diversi modelli venduti anche sul mercato europeo. In Europa dovrebbero essere interessate le automobili che montano motori diesel da 1,6 e da 2 litri. Nei prossimi giorni Volkswagen fornirà numeri più precisi.

Della storia dei motori “truccati” Volkswagen si era cominciato a parlare venerdì 18 settembre, dopo che a luglio l’EPA – l’agenzia statunitense per la protezione ambientale – aveva minacciato Volkswagen di non fornire licenze per la vendita di automobili nel 2016 nel caso non spiegasse gli strani risultati di alcuni test indipendenti effettuati su automobili vendute fra il 2009 e il 2015, fra cui modelli molto popolari come Passat, Golf e Audi A3. Per mesi Volkswagen aveva dato la colpa dei risultati di quei test a problemi tecnici, ma in un secondo momento aveva ammesso di avere barato nei test sulle emissioni nocive.

Secondo l’EPA, Volkswagen ha montato su cinque modelli – Jetta, Beetle, Audi A3, Golf, Passat – un dispositivo studiato per capire quando la macchina era sottoposta a un test delle emissioni. Il dispositivo, una volta rilevato l’utilizzo dello strumento che simulava le particolari condizioni di guida urbana, riduceva sensibilmente le emissioni del motore rispetto all’utilizzo in strada, così da passare i controlli senza problemi. Il motore esaminato, sostiene l’EPA, può emettere in realtà da 10 fino 40 volte la quantità consentita di ossidi di azoto, un agente inquinante.

Nel frattempo in Volkswagen sono cambiate molte cose: in una settimana il titolo Volkswagen ha perso quasi il 30 per cento del suo valore e il CEO dell’azienda Martin Winterkorn è stato costretto a dimettersi. Le autorità di diversi paesi europei – fra cui Germania, Francia e Regno Unito – stanno facendo degli accertamenti sui modelli di Volkswagen già venduti. Il governo italiano ha avviato una serie di controlli a campione che nei prossimi giorni interesseranno un migliaio di auto diesel di tutti i marchi. Il viceministro ai Trasporti Riccardo Nencini ha detto che «una previsione di massima indica circa un milione di veicoli coinvolti» in Italia, ma non è chiaro se si riferisca solo a quelli già in circolazione.