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  • Mercoledì 9 settembre 2015

I migranti in Europa, oggi

Ultime notizie e fotografie da tutto il continente: oggi Juncker ha annunciato un nuovo piano

Migranti presso un punto di accoglienza delle Nazioni Unite al confine tra Grecia e Macedonia, nei pressi di Gergelija (ROBERT ATANASOVSKI/AFP/Getty Images)
Migranti presso un punto di accoglienza delle Nazioni Unite al confine tra Grecia e Macedonia, nei pressi di Gergelija (ROBERT ATANASOVSKI/AFP/Getty Images)

Oggi il presidente della Commissione europea, Jean-Claude Juncker, ha tenuto un discorso sullo stato dell’Unione al Parlamento europeo, annunciando un nuovo piano per affrontare la crisi dei migranti, già ampiamente anticipato dalla stampa nei giorni scorsi. La proposta prevede che circa 120mila persone cui è stato riconosciuto lo status di rifugiati siano distribuite tra i vari paesi UE, con quote vincolanti. Juncker ha detto che “non è il momento di farsi prendere dal panico” e che è necessario agire rapidamente. Il punto principale riguarda il ricollocamento del 60 per cento dei migranti che attualmente si trovano in Italia, Grecia e Ungheria, verso Germania, Francia e Spagna. Il piano non è definitivo è dovrà essere discusso e approvato nella riunione dei ministri degli Esteri dell’Unione in programma per il 14 settembre a Bruxelles. Le quote sono state stabilite sulla base del prodotto interno lordo, della popolazione, del tasso di disoccupazione e della quantità di richieste di asilo già accettate in ogni paese europeo.

Nel pomeriggio di mercoledì 9 settembre DSB – la società pubblica che gestisce il trasporto ferroviario in Danimarca – ha comunicato di aver cancellato tutti i suoi treni da e per la Germania: il servizio è sospeso per un periodo di tempo indeterminato. La decisione è stata presa in seguito al rifiuto di alcuni migranti di scendere da un treno DSB al confine con la Germania.

Nella mattina di mercoledì 9 settembre il primo ministro australiano Tony Abbott ha detto che da dicembre l’Australia accoglierà 12mila rifugiati siriani. Nel 2015 l’Australia ha accolto 13.750 rifugiati e la recente decisione è importante perché arriva da uno stato che negli ultimi anni ha messo in atto controlli molto restrittivi per frenare l’immigrazione.

Juncker ha proposto che per i paesi che si rifiuteranno di applicare il piano siano emesse multe, come avviene già da tempo nel caso della violazione di altre direttive europee. I governi di Repubblica Ceca, Slovacchia, Ungheria e Romania hanno già detto di essere contrari alle quote di rifugiati obbligatorie, mentre la Polonia – che inizialmente aveva espresso critiche e perplessità – ha comunque detto di essere disponibile ad aumentare l’annunciata quota di 2mila migranti. Il nuovo piano si aggiunge a quello presentato in primavera per accogliere 40mila migranti, e comprende anche una modifica al trattato di Dublino, per rendere più flessibili le regole per la concessione del diritto d’asilo.

Secondo molti osservatori, comunque, i numeri della proposta della Commissione non sono realistici, considerato che in tutto ci sono 4 milioni di rifugiati solo a causa della guerra in Siria, secondo le stime delle Nazioni Unite (la maggior parte sono ospitati in campi in Turchia, Libano, Egitto e Libia). Tra i critici c’è anche António Guterres, capo dell’Alto commissariato delle Nazioni Unite per i rifugiati (UNHCR), che ha definito l’atteggiamento tenuto dall’Unione europea “disfunzionale”, ricordando che si tratta di un flusso di migranti di massimo 5mila persone al giorno, “una crisi gestibile con un po’ di organizzazione” da un’Unione che conta più di 500 milioni di abitanti.

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Nelle ultime ore altre centinaia di migranti sono arrivati sull’isola greca di Lesbo, che si trova a pochi chilometri di distanza dalla Turchia e che offre quindi una traversata meno rischiosa rispetto ad altre rotte nel Mediterraneo. Chi arriva sull’isola cerca poi di ottenere biglietti per i traghetti che portano verso la Grecia continentale, da cui iniziare il viaggio verso i paesi del nord Europa. Si stima che sull’isola ci siano oltre 18mila persone ancora in attesa di poter proseguire in nave verso Atene: il governo greco a inizio settimana ha ottenuto qualche aiuto dalla Nazioni Unite per gestire il flusso dei migranti, soprattutto per quanto riguarda la fornitura di aiuti e il loro censimento.

Intanto, nel sud dell’Ungheria a poca distanza dal confine con la Serbia le cose continuano a essere complicate: ci sono centinaia di migranti in attesa di continuare il loro viaggio verso l’Austria e la Germania, ma la polizia impedisce loro di spostarsi e sta calmierando le partenze. Tra ieri e oggi alcune centinaia di persone hanno provato a superare i blocchi degli agenti, incamminandosi lungo i binari della ferrovia che porta verso Budapest, in alcuni casi ci sono state tensioni con la polizia. Entro il fine settimana si stima che in Ungheria possano arrivare 40mila nuovi migranti.