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  • Sabato 25 aprile 2015

I 100 anni dello sbarco di Gallipoli

Un secolo fa le truppe australiane e neozelandesi sbarcarono in Turchia e cominciarono una battaglia che è diventata un simbolo della loro identità nazionale

Un uomo australiano suona la cornamusa sulla spiaggia di Gallipoli. (DIMITAR DILKOFF/AFP/Getty Images)
Un uomo australiano suona la cornamusa sulla spiaggia di Gallipoli. (DIMITAR DILKOFF/AFP/Getty Images)

Sabato mattina migliaia di persone si sono riunite a Gallipoli, in Turchia, per commemorare i 100 anni dallo sbarco dell’ANZAC, il corpo di spedizione composto da soldati australiani e neozelandesi nel corso della Prima guerra mondiale. Altre cerimonie si sono svolte a Londra, in Australia e in Nuova Zelanda. A Gallipoli la cerimonia è cominciata poco prima dell’alba, il momento in cui un secolo fa i soldati australiani e neozelandesi salirono sulle navi da sbarco diretti verso la spiaggia. L’ANZAC Day, come viene chiamata la ricorrenza, è probabilmente la festa più importante dell’anno in Australia e Nuova Zelanda.

In tutto, la campagna cominciata il 25 aprile 1915 costò ad Australia e Nuova Zelanda più di 11 mila morti e decine di migliaia di feriti. Da allora è rimasta l’impresa militare più sanguinosa che i due paesi abbiano mai intrapreso e un momento fondamentale del loro processo di creazione di un’identità nazionale (alla battaglia è stato dedicato il film “Gli anni spezzati” di Peter Weir). La campagna fu avviata con lo scopo di costringere alla resa la Turchia, all’epoca alleata della Germania e dell’Austria-Ungheria e in guerra con Regno Unito e Francia, ma si rivelò un quasi completo fallimento. Le operazioni cominciarono a febbraio, quando per settimane le navi le navi da guerra francesi e inglesi tentarono senza successo di forzare lo stretto dei Dardanelli, uno stretto di mare turco che collega il mar di Marmara all’Egeo. Gli alti comandi alleati decisero così di inviare delle truppe a terra per distruggere le fortezze turche e aprire la strada alla flotta. La mattina del 25 aprile migliaia di soldati australiani e neozelandesi, accompagnati da alcuni inglesi e francesi, scesero nelle scialuppe di legno e assaltarono la costa. Otto mesi dopo, senza aver ottenuto alcun risultato tangibile, i generali alleati decisero di evacuare le spiagge.

Alla cerimonia di sabato mattina erano presenti il primo ministro australiano Tony Abbott, quello neozelandese John Key e il principe Carlo di Inghilterra, oltre a molte altre personalità. Durante la cerimonia, Abbott ha definito i combattenti di Gallipoli i “padri fondatori” dei due paesi. Nel corso della cerimonia è stata letta anche una frase di Mustafa Kemal Ataturk, il fondatore della repubblica turca dopo la caduta dell’Impero Ottomano:

«Asciugate le vostre lacrime, madri che avete mandato i vostri figli a combattere in una terra lontana. I vostri figli riposano sul nostro petto e sono in pace. Dopo aver perso le loro vite sulla nostra terra ora sono divenuti anche figli nostri.»

I turchi hanno ufficialmente ricordato quella che considerano una delle più importanti vittorie militari nella storia recente del loro paese venerdì 24 aprile. Il presidente turco Recep Tayyip Erdoğan si è incontrato con i leader di Australia e Nuova Zelanda prima di partecipare alle commemorazioni per la vittoria. Il New York Times ha fatto notare come il governo turco abbia deciso di anticipare di un giorno i festeggiamenti per la vittoria turca, spostandoli dal 25 al 24 aprile. Si tratta della stessa data in cui proprio quest’anno gli armeni commemorano i 100 anni dall’inizio del genocidio compiuto dai turchi nei loro confronti. Secondo il New York Times, Erdoğan ha anticipato la data delle celebrazioni per cercare di oscurare il centenario del genocidio armeno agli occhi dell’opinione pubblica. In passato in Turchia era un reato utilizzare la parola “genocidio” per riferirsi al massacro di un milione e mezzo di armeni cominciato nel 1915. Dopo l’arrivo al potere di Erdoğan le cose sono migliorate, ma il tema è considerato ancora molto delicato.