A Fofi è piaciuto il film di Moretti

Uno dei più stimati critici italiani spiega perché “Mia madre” gli ha fatto infine cambiare opinione su uno dei più stimati registi italiani

Goffredo Fofi, stimato scrittore, intellettuale e critico italiano, ha scritto su Internazionale una recensione positiva di Mia madre, il nuovo film di Nanni Moretti, dicendo che secondo lui rappresenta una svolta nella sua carriera e nei suoi film, che fin qui non aveva particolarmente apprezzato.

Nel 1977 o dintorni, Io sono un autarchico di Nanni Moretti fu in Italia il segnale d’inizio di quell’età del narcisismo, studiata dal grande sociologo Christopher Lasch, che andava dilagando nel mondo ricco con la sconfitta dei movimenti, in Italia quelli del ’68 e del ’69. È in definitiva questo il motivo dello scarso entusiasmo con cui ho visto negli anni i film di Moretti, tutti inflazionati dal suo io – peraltro meno interessante di quanto lui non credesse, come quello dei suoi per niente magnifici spettatori – però esemplare della deriva di un’intera generazione e dal suo allontanamento dall’azione e dall’utopia.

A volte in questi film si poteva trovare – in La messa è finita, in Caro diario, raramente altrove – qualcosa che ci riguardava tutti, vista dall’interno dell’involuzione giovanile nel mainstream antropologico e culturale del trentennio berlusconian-veltroniano. Il più insincero di tutti mi sembrò La stanza del figlio. Con qualche amico ci si disse allora: chissà che ne sarà di questo eterno narciso adolescente, chissà se mai crescerà. Bene, il suo ultimo film dimostra che è cresciuto, che la vita ha dato qualche bastonata anche alla sicurezza di chi si considerava come un eterno vincente.

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