Tsu, il social network che paga gli utenti

Esiste da qualche mese e ha già raccolto 2 milioni di iscritti: promette di ridistribuire i ricavi della pubblicità, ma non tutti sono convinti possa funzionare

Negli ultimi mesi i media statunitensi si sono occupati più volte di tsū, un nuovo social network che paga i suoi iscritti per condividere foto, video e link sul suo sito o attraverso le sue applicazioni per Android e iOS. Il servizio è stato messo online alla fine di ottobre 2014 e ha ricevuto nelle prime settimane investimenti per circa 7 milioni di dollari. Benché non sia accessibile a tutti, ma solo alle persone che ricevono un invito, tsū dice di avere raggiunto a inizio anno circa 2 milioni di iscritti. Il sito ricorda moltissimo Facebook, ma con la differenza che buona parte dei ricavi pubblicitari vengono redistribuiti ai suoi utenti. L’idea ha raccolto diverse critiche positive, ma osservatori e analisti iniziano a chiedersi quanto quello di tsū possa essere un modello sostenibile e in grado di fare concorrenza a social network più tradizionali e ormai affermati.

Nome
Il nome tsū fa riferimento alla pronuncia del carattere giapponese (kana) ツ, che viene spesso utilizzato come segno grafico al posto dell’emoticon con la faccina sorridente.

Come funziona
Per iscriversi a tsū si può utilizzare il sito o scaricare l’applicazione disponibile su App Store (iOS) o su Google Play (Android). Nei campi da compilare si deve prima di tutto indicare il nome della persona già iscritta a tsū dalla quale si è ricevuto l’invito per provare il social network. Chi non ne possiede uno può cercare tra gli utenti consigliati per ricevere una sorta di raccomandazione per accedere a tsū.

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La grafica e le cose che si possono fare su tsū ricordano molto quelle di Facebook. Nella colonna centrale sono elencate le cose condivise dai propri amici e dalle persone che si seguono, mentre nella colonna a sinistra ci sono informazioni sul proprio account, comprese le statistiche sulla visione dei propri post che servono per farsi un’idea di quanto si sta guadagnando. L’aspetto economico è messo in evidenza in molti punti di tsū: nella barra superiore, per esempio, c’è un contatore che indica il denaro ricavato.

Come su Facebook, per pubblicare un contenuto basta inserirlo nel campo di aggiornamento del proprio stato. Si possono condividere link, fotografie, video e testi, e quelli di tsū consigliano di promuovere soprattutto contenuti originali e sui quali si ha la completa proprietà, per evitare problemi legati al diritto d’autore.

Come si guadagna
I servizi offerti da tsū sono finanziati attraverso i classici annunci pubblicitari, ma a differenza degli altri social network ogni utente può ottenere parte dei ricavi derivanti dalla pubblicità sul sito. Quelli di tsū mantengono il 10 per cento dei ricavi per loro e per gestire la piattaforma, mentre il restante 90 per cento dei ricavi viene ridistribuito agli utenti, attraverso un meccanismo piramidale che ricorda un po’ lo schema Ponzi, ma a quanto pare senza intenzioni fraudolente.

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Per la ridistribuzione dei ricavi, tsū usa un suo “Albero genealogico” gestito da una serie di algoritmi che tengono traccia di quanto denaro raccoglie ogni nuovo contenuto attraverso la pubblicità e tiene conto del valore di ogni singolo utente. Il meccanismo non è semplicissimo, ma funziona più o meno come segue.

• Francesco invita su tsū Arianna, che a sua volta invita Emanuele che invita Elena.
• In un certo periodo di tempo, le cose condivise da Elena portano a 100 euro di ricavi: 10 vanno a tsū e i restanti 90 agli utenti coinvolti nella produzione di quel ricavo.
• Elena, che ha creato e condiviso i contenuti, ha diritto al 50 per cento dei ricavi, quindi a 45 euro.
• Emanuele, che aveva invitato Elena, prende il 33,3 per cento e cioè 29,70 euro.
• Arianna, che aveva invitato Emanuele che aveva invitato Elena, prende l’11,1 per cento pari a 9,99 euro.
• Infine, Francesco prende il 3,70 per cento pari a 3,33 euro.

Quelli di tsū chiamano questo meccanismo “la regola dei terzi infiniti”, perché a ogni passaggio un utente prende un terzo rispetto a chi è arrivato prima di lui e gli ha girato un invito. Secondo i suoi inventori, questo sistema permette da un lato di incentivare la pubblicazione di contenuti di qualità e con una buona resa economica e, dall’altro, di spingere le persone già iscritte a invitarne solo altre con le caratteristiche adatte per contribuire attivamente al successo del social network.

Funziona?
In pochi mesi di attività tsū ha raccolto più di due milioni di iscritti e sta continuando a estendere la sua base di utenti, ma è ancora presto per capire se il modello proposto sia effettivamente sostenibile. I suoi ideatori dicono di volere spostare l’impostazione classica dei social network, dove i singoli utenti e le loro informazioni sono il prodotto da vendere a chi fa pubblicità, in un modello alternativo nel quale contano soprattutto i contenuti e la loro qualità. Il problema è che tsū per ora sembra comunque privilegiare la quantità, promettendo maggiori ricompense per i contenuti visti da molte persone. Questo potrebbe spingere molti iscritti a organizzarsi per promuovere i loro contenuti facendo spamming, pratica che è naturalmente vietata dal servizio. Chi fa spam, dice tsū, rischia di essere sospeso o bandito dal servizio e di non ricevere quindi il denaro ricavato con la sua attività.

Tra gli aspetti interessanti di tsū c’è il fatto che, a differenza di altri social network, quando si pubblica un contenuto la proprietà dello stesso rimane di chi lo ha condiviso. La pubblicazione di una propria fotografia sul sito, per esempio, non comporta automaticamente la cessione dei diritti su quell’immagine come avviene in alcuni casi su altri social.