Il capo di Tinder è stato licenziato

L'amministratore delegato della nota app per appuntamenti è stato rimosso dall'incarico a seguito di una causa per molestie sessuali contro l'azienda (o è un pretesto?)

di Jordan Weissmann - Slate

>speaks onstage at TechCrunch Disrupt at Pier 48 on September 10, 2014 in San Francisco, California.
<>speaks onstage at TechCrunch Disrupt at Pier 48 on September 10, 2014 in San Francisco, California.

A seguito di una vicenda di molestie sessuali ampiamente pubblicizzata che ha descritto Tinder come un covo di misoginia nel mondo tecnologico, il 27enne CEO della società, Sean Rad, è stato rimosso dal suo incarico, ha scritto Steven Bertoni su Forbes. IAC, l’azionista di maggioranza della nota applicazione per appuntamenti, sta cercando un nuovo CEO, mentre Rad – che possiede il 10 per cento di azioni della società – rimarrà presidente e manterrà il suo posto nel consiglio d’amministrazione. Rad ha detto a Forbes: «Stiamo cercando una figura simile a Eric Schmidt». Schmidt è stato amministratore delegato di Google dal 2001 al 2011 e poi presidente del consiglio di amministrazione: è un dirigente anziano ed esperto che fece da “tutore” dei giovani fondatori Page e Brin. Nel frattempo, fino a che non si troverà un sostituto, Rad rimarrà CEO. Traduzione: Rad sarà sottoposto a qualche tipo di supervisione.

L’ex dirigente di Tinder Whitney Wolfe ha avviato una causa legale contro la società a luglio, sostenendo che il suo capo ed ex fidanzato, il capo dell’ufficio marketing Justin Mateen, abusava verbalmente di lei con messaggi di testo sgradevoli (molti dei quali sono stati ripresi nella causa legale) dopo che i due avevano terminato la loro relazione. Wolfe ha raccontato per esempio che durante una festa della società Mateen l’aveva chiamata “puttana” di fronte a Rad. Successivamente, ha raccontato Wolfe, il titolo di co-fondatrice della società le è stato tolto perché era una donna. A seguito della causa legale, Mateen è stato sospeso da Tinder e probabilmente lascerà la società. Il caso è stato risolto a settembre: Wolfe è riuscita a ottenere “poco più di 1 milione di dollari” di risarcimento.

Nonostante le conseguenze negative provocate dall’intera faccenda, la causa legale sembra avere spinto i capi di Tinder a prendere dei provvedimenti. Rad fondò Tinder mentre stava lavorando come impiegato a Hatch Labs, un incubatore di app per cellulari fondato da IAC, un conglomerato mediatico americano di proprietà dell’imprenditore Barry Diller. A Rad sembra piacere il ruolo di fondatore di successo di una startup ma in realtà IAC controlla il 60 per cento delle azioni di Tinder: in pratica, come ha scritto Sam Biddle di Gawker, Tinder non è altro che una sussidiaria di IAC. Bertoni ha scritto su Forbes:

«IAC non aveva intenzione di vedere la sua nuova potenziale macchina per fare i soldi fallire a causa di altri errori da principianti. Rad aveva il titolo di fondatore, ma non aveva il controllo sul proprio destino all’interno della società… “Se la cosa Whitney non fosse successa, sarebbe stato difficile per IAC retrocedere Sean, perché aveva molto a cui rispondere”, dice un “interno” della società. “Ma la causa legale ha dato a IAC una via d’uscita”»

Le parole citate da Bertoni di questo “interno” sono interessanti, perché fanno pensare che la causa legale fosse più un pretesto per la retrocessione di Rad, piuttosto che la causa. In ogni caso, Rad continuerà a lavorare per lo sviluppo di Tinder e sui modi per riuscire a monetizzare la app, a cui ovviamente ha partecipato notevolmente in senso finanziario.

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