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  • Mercoledì 5 novembre 2014

Brittany Maynard, “il gesto e la persona”

Adriano Sofri si domanda che senso abbia l'equilibristica formulazione con cui monsignor Carrasco ha giudicato il suicidio assistito della ragazza americana

This photo provided by Compassion & Choices shows Brittany Maynard. A spokesman for Maynard says she has taken lethal medication prescribed by a doctor and died. Sean Crowley with the group Compassion & Choices said late Sunday, Nov. 2, 2014, that Maynard was surrounded by family Saturday when she took the medication. She was weeks shy of her 30th birthday. (AP Photo/Compassion & Choices)
This photo provided by Compassion & Choices shows Brittany Maynard. A spokesman for Maynard says she has taken lethal medication prescribed by a doctor and died. Sean Crowley with the group Compassion & Choices said late Sunday, Nov. 2, 2014, that Maynard was surrounded by family Saturday when she took the medication. She was weeks shy of her 30th birthday. (AP Photo/Compassion & Choices)

Nella sua rubrica quotidiana sul Foglio Adriano Sofri analizza la contraddittoria formulazione con cui un importante esponente della Chiesa Cattolica ha criticato martedì la decisione di Brittany Maynard, una donna americana che si è suicidata legalmente nello stato dell’Oregon perché malata gravemente di cancro.

Il presidente della Pontificia Accademia per la vita, mons. Carrasco de Paula, ha deplorato il suicidio della signora Brittany Maynard, precisando: “Non giudichiamo le persone, ma il gesto in sé è da condannare”. Mi sono rigirato fra le mani questa frase, e non ne sono venuto a capo. Mi sembra un equilibristico tentativo di tenere assieme il “non giudicare” – il “chi sono io per giudicare” – e la condanna. Il “gesto in sé” – an sich? – separato dalla persona di cui conclude la vita, è, in parole povere, una sciocchezza. Se la chiesa intende trattare il suicidio alla stregua di un omicidio, e la stessa eutanasia come un omicidio, potrà dire di un omicidio cosiddetto comune che non ne condanna l’autore, ma il gesto in sé?

(continua a leggere sul Foglio)