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  • Sabato 13 settembre 2014

L’Ucraina ritarda l’accordo di associazione con l’Europa

La parte dell'accordo sgradita alla Russia entrerà in vigore alla fine del 2015: intanto Stati Uniti e Unione Europea hanno deciso nuove sanzioni

Venerdì 12 settembre il presidente ucraino Petro Poroshenko ha accettato di ritardare fino al 2015 una clausola dell’accordo di associazione con l’Unione Europea a cui il governo russo è particolarmente ostile. Poroshenko si è incontrato a Kiev, la capitale ucraina, con alcuni delegati dell’Unione Europea, tra cui il presidente della Commissione Europea José Manuel Barroso. In base agli accordi raggiunti, le merci ucraine continueranno a entrare in Europa con una serie di agevolazioni, mentre in Ucraina alcune barriere doganali nei confronti dei paesi europei non saranno tolte prima del 2015.

Il commissario al Commercio dell’Unione Europea, il belga Karel De Gucht, ha riconosciuto che avere ceduto su questo punto è un precedente negativo che potrebbe andare a vantaggio della Russia, ma ha aggiunto: «Il mondo è costruito sui cattivi precedenti» e ha aggiunto: «Si tratta di una situazione complicata. Una situazione di guerra. Se questo può contribuire a calmare la situazione allora è una buona cosa». In Ucraina una tregua in vigore da una settimana ha interrotto i combattimenti tra esercito ucraino e ribelli filo-russi che erano cominciati nella parte orientale del paese lo scorso aprile. Nel corso degli ultimi mesi le tensioni con la Russia si sono aggravate, in particolare dopo che sono emerse prove sempre più convincenti del coinvolgimento di militari regolari dell’esercito russo negli scontri in Ucraina orientale.

Nonostante questa “apertura” nei confronti della Russia da parte del governo ucraino, Arseniy Yatsenyuk, primo ministro dell’ucraina, ha fatto una serie di dichiarazioni molto dure negli ultimi giorni. Secondo Yatsenyuk, il presidente russo Vladimir Putin vuole «riprendersi l’intera ucraina» e «restaurare l’Unione Sovietica». Nonostante la tregua il paese si troverebbe ancora in una «situazione di guerra» e l’aggressore sarebbe proprio al Russia. L’unico modo che ha l’Ucraina per difendersi, ha aggiunto, è entrare nella NATO, anche se questo obbiettivo non può essere raggiunto a breve termine.

Nel frattempo intorno al territorio ancora controllato dai ribelli e i militari russi continuano ad avvenire scontri sporadici. Nella mattina di sabato 13 l’esercito ucraino ha annunciato di aver respinto un attacco contro l’aeroporto di Donetsk, una delle due principali città controllate dai ribelli (l’altra è Luhansk). Nella notte ci sono stati scambi di colpi di artiglieria e alcune case nelle vicinanze dell’aeroporto sono state colpite, anche se non ci sono notizie di feriti tra i civili.

Anche Stati Uniti e Unione Europea hanno avuto reazioni ambivalenti nei confronti della Russia (ci sono molti commentatori che parlano di “bastone e carota”). Venerdì 12 settembre le sanzioni economiche contro la Russia sono state rafforzate. In particolare da oggi – ma negli Stati Uniti con effetti retroattivi – diventa proibito per le società europee e americane vendere alla Russia equipaggiamenti che potrebbero essere utilizzati per l’esplorazione o lo sfruttamento dei giacimenti sottomarini. Si tratta di un divieto che colpisce grandi industrie del petrolio come l’americana Exxon e la britannica British Petroleum, che avevano già accordi con alcune società russe per fornire equipaggiamenti e competenze da utilizzare per esplorare i fondali del Mare Artico.

Ad altre 24 persone, quasi tutti parlamentari che hanno appoggiato il presidente russo Vladimir Putin nella sua campagna ucraina, sono state imposte sanzioni individuali, come alcune limitazioni sulla concessione dei visti e il congelamento dei beni personali in Europa e negli Stati Uniti. Infine, altre sanzioni hanno colpito alcune banche russe – alle quali cittadini e società americane ed europee non potranno fare prestiti di durata superiore ai trenta giorni – e una delle principali industrie della difesa russa, Rostec. Ma il governo americano e l’Unione Europea hanno fatto sapere che le sanzioni saranno allentate se la Russia si disimpegnerà ulteriormente dall’Ucraina. Secondo l’amministrazione americana circa mille soldati russi si trovano ancora in Ucraina.