Carlo Tavecchio: «L’assassino di Kennedy non ha subito quello che ho subito io»

Il principale candidato alla presidenza della FIGC ritiene di essere perseguitato per le frasi da molti ritenute razziste che ha pronunciato alcuni giorni fa

(Daniele Leone / LaPresse)
(Daniele Leone / LaPresse)

Carlo Tavecchio, presidente della Lega nazionale dilettanti (LND) e principale candidato alla presidenza della Federazione italiana giuoco calcio (FIGC), ha dichiarato a Radio 1 di sentirsi perseguitato per via delle dichiarazioni fatte ad un incontro pubblico lo scorso 25 luglio e da molti ritenute razziste.

«L’assassino di John Kennedy non ha subito quello che ho subito in questi giorni»

L’assassino di Kennedy, Lee Harvey Oswald, venne ucciso il 24 novembre 1963, due giorni dopo aver sparato al presidente John Fitzgerald Kennedy. Venerdì 25 luglio, durante un’assemblea della LND in cui aveva presentato ufficialmente la sua candidatura, Tavecchio aveva parlato della presenza, da lui ritenuta eccessiva, di giocatori stranieri nei campionati italiani, in questi termini:

«Le questioni di accoglienza sono un conto, le questioni del gioco sono un altro. L’Inghilterra individua dei soggetti che entrano, se hanno professionalità per farli giocare, noi invece diciamo che “Opti Pobà” [nome inventato per un presunto giocatore africano] è venuto qua, che prima mangiava le banane e adesso gioca titolare nella Lazio e va bene così»