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  • Lunedì 2 giugno 2014

L’India ha un nuovo stato

Si chiama Telangana: è nato dalla divisione del grande Andhra Pradesh, nell’India centrale, oggetto da tempo di proteste e violenti scontri autonomisti

In this Sunday, June 1, 2014, photo, close to midnight, fireworks display behind the Buddha statue at Hussain sagar lake to mark and celebrate the formation of India's 29th state, Telangana, in Hyderabad, India. Celebrations greeted the creation Monday of India's newest state of Telangana, marking the formal division of the southern state of Andhra Pradesh. (AP Photo/Mahesh Kumar A.)
In this Sunday, June 1, 2014, photo, close to midnight, fireworks display behind the Buddha statue at Hussain sagar lake to mark and celebrate the formation of India's 29th state, Telangana, in Hyderabad, India. Celebrations greeted the creation Monday of India's newest state of Telangana, marking the formal division of the southern state of Andhra Pradesh. (AP Photo/Mahesh Kumar A.)

Oggi è nato ufficialmente il ventinovesimo stato dell’India, il Telangana, dalla divisione dell’Andhra Pradesh, nell’India centrale, oggetto da tempo di scontri e proteste autonomiste. Tra i festeggiamenti popolari che sono iniziati dalla mezzanotte di domenica 1 giugno, il primo governatore del nuovo stato, Kalvakuntla Chandrasekhar Rao, ha prestato giuramento. Contemporaneamente è nato anche il ridotto stato di Andhra Pradesh, da cui il Telangana si è staccato.

telanganaIl Telangana avrà dieci distretti (Hyderabad, Ranga Reddy, Medak, Nalgonda, Mahabubnagar, Adilabad, Karimnagar, Warangal, Khammam e Nizamabad), mentre la capitale Hyderabad – città che oggi ha oltre nove milioni di abitanti e che ha avuto uno sviluppo rapidissimo a partire dal 1995, grazie a leggi che hanno favorito gli investimenti di grandi società dell’informatica e della tecnologia – sarà per dieci anni condivisa con il nuovo ridimensionato Andhra Pradesh.

Alcuni analisti da tempo sostengono che la decisione era stata presa come manovra politica in vista delle elezioni del 2014 dal partito del Congresso, quello della famiglia Gandhi e dell’ex premier Singh, che dalla fine dell’era coloniale nel 1947 aveva governato l’India per quasi 50 anni: nonostante l’iter legislativo per la creazione del nuovo stato sia andata a buon fine (e già lo si poteva prevedere durante le legislative che si sono svolte lo scorso maggio), il partito del Congresso è stato sconfitto nelle ultime elezioni dal Partito Popolare Indiano, di orientamento nazionalista indù e conservatore, guidato da Narendra Modi, e ha ottenuto solo 2 dei 42 seggi disponibili nell’Andhra Pradesh. I critici segnalano inoltre il rischio di creare un precedente per molti altri movimenti autonomisti in altri stati indiani, che negli anni scorsi hanno avanzato proposte di divisione finora senza fortuna: tra questi la regione di Bundelkhand nello stato centrale del Madhya Pradesh e il Gorkhaland nel Bengala Occidentale.

Lo stato dell’Andhra Pradesh era fino a oggi il quarto più vasto dell’India, con un’area di circa 275 mila km quadrati (più del Regno Unito) e una popolazione di oltre 84 milioni di abitanti (più della Germania). Fin dalla creazione dello stato negli anni Cinquanta, sostanzialmente sulla base di confini linguistici – nell’Andhra Pradesh si parla in maggioranza la lingua telugu – i dieci distretti settentrionali (su 23 dello stato) avevano denunciato di essere emarginati nella distribuzione dei fondi, nella gestione delle risorse idriche e nelle iniziative economiche. Il nord dell’Andhra Pradesh è una zona largamente rurale e impoverita, intorno alla città di Hyderabad, che viene colpita spesso dalla siccità.

Negli ultimi dieci anni il movimento autonomista è stato molto attivo e ha organizzato scioperi della fame e proteste violente in cui sono morte, secondo la stima di un parlamentare indiano coinvolto nel movimento autonomista, circa 1000 persone. Molte persone si sono date fuoco in pubblico per la causa autonomista. Il governo centrale indiano si è mosso con estrema lentezza e una certa ambiguità, annunciando passi in avanti nel processo per la creazione dello stato ma poi lasciando invariata la situazione. Nel 2009 le manifestazioni ripresero forza, dopo l’inizio dello sciopero della fame di un famoso politico locale, K. Chandrasekhara Rao, che oggi è diventato governatore del nuovo stato.