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  • Venerdì 28 marzo 2014

Come vanno le ricerche del volo MH370

Cinque aerei da ricognizione hanno avvistato una serie di "oggetti" nell'Oceano Indiano a ovest dell'Australia, ma bisogna aspettare ancora

Venerdì 28 marzo cinque aerei da ricognizione hanno avvistato alcuni “oggetti” nel tratto di mare dell’Oceano Indiano in cui si stanno concentrando le ricerche dei rottami del volo MH370 di Malaysia Airlines. La notizia è stata comunicata dall’Australian Maritime Safety Authority (AMSA), che sta coordinando le operazioni aeree e marittime a sud-ovest dell’Australia, a migliaia di chilometri dalla costa. Sabato 29 marzo una nave dovrebbe raggiungere la zona e proverà a cercare gli oggetti segnalati dai ricognitori.

I responsabili dell’AMSA hanno spiegato che i possibili rottami avvistati in mare sono di “diversi colori” e sono stati identificati durante le ricerche su un’area di circa 250mila chilometri quadrati. Le fotografie scattate in volo saranno analizzate nelle prossime ore, alla ricerca di possibili indizi sulla natura degli oggetti in mare. Per la conferma definitiva sarà però necessario attendere il loro recupero, correnti oceaniche che li spostano di frequente permettendo.

 

L’incarico di ritrovare gli oggetti è stato affidato alla nave cinese Haixun 01, che si trova nell’area in cui si sono concentrate negli ultimi giorni le ricerche di ciò che resta del volo MH370. La zona in cui si sta lavorando non è la stessa dei giorni passati: si trova a circa 1.100 chilometri a nord-est rispetto all’area precedente ed è stato possibile circoscriverla grazie a una serie di nuove informazioni fornite dal governo della Malesia sui possibili spostamenti dell’aereo. Analizzando i dati dai radar, hanno concluso che il Boeing 777 viaggiasse a una velocità superiore a quanto inizialmente ipotizzato, e si immagina quindi che abbia finito il carburante prima del previsto.

mh370ricerche

Nei giorni scorsi diverse nazioni hanno segnalato alle autorità malesi e a quelle australiane di avere identificato possibili oggetti nelle immagini satellitari in loro possesso, scattate sull’Oceano Indiano. I punti indicati sono stati sorvolati dagli aerei da ricognizione senza identificare nulla che potesse far pensare ai rottami del volo MH370.

Il Boeing 777 era partito regolarmente da Kuala Lumpur, in Malesia, l’8 marzo scorso ed era diretto a Pechino in Cina. Mentre si trovava sul Golfo di Thailandia ha smesso di comunicare a terra ed è scomparso. Nei giorni seguenti alla sua sparizione è stato possibile ricostruire parte della sua rotta grazie ai radar militari malesi, che hanno rilevato un oggetto in volo verso ovest che ha raggiunto lo stretto di Malacca, completamente fuori rotta rispetto al percorso verso est che avrebbe dovuto seguire per raggiungere le coste del Vietnam e proseguire poi verso la Cina. La presunta posizione successiva del volo MH370 è stata identificata grazie ad alcune comunicazioni parziali inviate in automatico dall’aeroplano e rilevate da un satellite.

Grazie ad analisi più approfondite dei dati satellitari, negli ultimi giorni è stato possibile isolare un’area nell’Oceano Indiano a ovest delle coste dell’Australia. Fino a ora le ricerche non hanno però portato a nulla di concreto e in molti si chiedono se sarà mai possibile trovare qualche rottame dell’aereo, e se questo sarà sufficiente per identificare il punto del suo impatto con l’acqua e trovare la scatola nera e gli altri strumenti di registrazione a bordo. Secondo diversi osservatori, anche se fosse ritrovata, la scatola nera potrebbe non essere sufficiente per capire che cosa è accaduto alle 239 persone a bordo mentre stavano sorvolando il Golfo di Thailandia.