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  • Giovedì 27 marzo 2014

La Turchia ha bloccato anche YouTube

Lo ha deciso il governo turco, una settimana dopo il blocco di Twitter: c'entra la più grave crisi politica nel paese dell'ultimo decennio

Giovedì 27 marzo, verso le 15 del pomeriggio, in Turchia è stato bloccato l’accesso a YouTube. Il blocco è stato attuato dal governo guidato dal primo ministro conservatore Recep Tayyip Erdoğan, attraverso una decisione del Direttorato delle Telecomunicazioni (TIB), ente statale turco che si occupa di tecnologie e comunicazioni. La decisione di bloccare YouTube arriva sette giorni dopo il blocco di Twitter – anche questo deciso dal governo – che era stato ampiamente criticato sia dai paesi occidentali che all’interno della Turchia (dal presidente Gül, per esempio).

 

Il giornale turco Hurriyet scrive che il blocco di YouTube è stato deciso qualche ora dopo la pubblicazione online da parte di un utente anonimo del video di un incontro riservato tra importanti esponenti della leadership turca – il capo dell’intelligence, il ministro degli Esteri e il vicecapo delle forze armate – riguardante potenziali operazioni militari della Turchia contro la Siria. Lo stesso Erdoğan aveva intimato la settimana scorsa che il blocco di Twitter avrebbe potuto estendersi anche a YouTube e a Facebook nel caso in cui non fosse terminata la pubblicazione di conversazioni telefoniche o incontri riservati che coinvolgevano lui o i suoi alleati.

Il governo turco aveva già bloccato in passato l’accesso a YouTube. Nel 2007, per esempio, fu imposto il divieto di usare YouTube dopo che era stato pubblicato un video ritenuto offensivo nei confronti del fondatore della Turchia, Mustafa Kemal Ataturk. L’accesso a YouTube fu ripristinato nell’ottobre del 2010, anche grazie al presidente turco Abdullah Gül che aveva espresso su Twitter la sua contrarietà al divieto (tra l’altro, dopo il blocco di Twitter il presidente Gül ha aggirato le restrizioni, come molti altri utenti turchi, e ha pubblicato diversi tweet contrari alla misura). Negli anni successivi il governo turco decise per nuove brevi interruzioni del servizio, che però poi fu sempre riaperto.

Il blocco di Twitter e YouTube è visto come una reazione del governo turco alla più grave crisi politica che ha coinvolto la Turchia negli ultimi dieci anni: riguarda un enorme scandalo di corruzione, intercettazioni telefoniche private fatte circolare su Internet e una lotta di potere interna alle forze islamiste del paese. Erdoğan considera questi attacchi al governo come un complotto architettato da Fethullah Gülen, influente studioso turco residente negli Stati Uniti e fondatore del movimento Hizmet (“servizio”), un movimento islamista turco che comprende diversi esponenti della magistratura. In pratica, molti osservatori ritengono che da dicembre in Turchia sia iniziata una lotta politica molto dura tra Gülen e Erdoğan, che fino a pochi mesi fa erano due stretti alleati ed entrambi rappresentanti del movimento islamista turco.