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  • Giovedì 20 marzo 2014

Fotografie dalla Siria in guerra

Interi quartieri distrutti dai bombardamenti, lunghe file di profughi ai checkpoint militari, e missili, fucili, bombe e fionde: e sono passati tre anni

A rebel fighter fires at pro-regime fighters, during clashes in the eastern Syrian town of Deir Ezzor on March 13, 2014. Syria's parliament approved a new election law, on March 14, which for the first time in decades allows multiple candidates to run for president, just months before the war-torn nation heads to the polls. AFP PHOTO/AHMAD ABOUD (Photo credit should read AHMAD ABOUD/AFP/Getty Images)
A rebel fighter fires at pro-regime fighters, during clashes in the eastern Syrian town of Deir Ezzor on March 13, 2014. Syria's parliament approved a new election law, on March 14, which for the first time in decades allows multiple candidates to run for president, just months before the war-torn nation heads to the polls. AFP PHOTO/AHMAD ABOUD (Photo credit should read AHMAD ABOUD/AFP/Getty Images)

È passato da qualche giorno il terzo anniversario dell’inizio della guerra in Siria. Al di là delle valutazioni sull’andamento del conflitto – difficili da fare con precisione, per la scarsità di informazioni provenienti soprattutto da alcune zone del paese – ci sono almeno due problemi enormi che la popolazione siriana sta affrontando: la distruzione completa di intere parti di città a causa dei massicci bombardamenti dell’aviazione governativa e le centinaia di migliaia di profughi, sparsi dentro e fuori la Siria, che vivono da mesi in condizioni al limite della sopravvivenza.

Per questo le foto che arrivano dalla Siria rimangono impressionanti: mostrano interi quartieri di Aleppo distrutti dalle bombe, profughi siriani di tutte le età in tende o abitazioni di fortuna e in file lunghissime per ricevere la razione di cibo giornaliera dagli operatori internazionali. La Siria sta affrontando anche un altro problema, di cui si parla molto di rado sulla stampa internazionale: i danneggiamenti del suo patrimonio storico e artistico. Il simbolo di questo fenomeno è la distruzione di Palmira, un sito archeologico dichiarato “Patrimonio dell’umanità” che si trova all’interno di un’oasi a circa 240 chilometri a nord-est di Damasco.

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