Le lettere di Heinrich Himmler

Sono state ritrovate in Israele a 69 anni dalla morte di uno dei più importanti capi nazisti e sono indirizzate alla moglie

A partire da domenica 26 gennaio, il quotidiano tedesco Die Welt ha iniziato a pubblicare in esclusiva alcune foto e lettere dalla corrispondenza privata di Heinrich Himmler, uno degli uomini più importanti e potenti del regime nazista tedesco, il capo delle SS e una delle persone maggiormente responsabili dell’olocausto. Le lettere sono state scritte tra il 1927 e il 1945, e sono quasi tutte indirizzate alla moglie Margarete Boden e a sua figlia Gudrun. L’ultima lettera venne scritta 4 settimane prima che Himmler si suicidasse con un capsula di cianuro in una prigione inglese.

Le lettere al momento sono conservate in una banca di Tel Aviv, in Israele. A quanto scrive Die Welt vennero recuperate nel 1945 da un militare americano in una cassaforte che si trovava nella casa della famiglia Himmler. Quello che accadde dopo non è chiaro e non si sa come le lettere siano finite in mano ad un cittadino israeliano che, dopo averle conservate per molti anni, le ha cedute ad un archivio privato che ha permesso a Die Welt di esaminarle. Gli esperti dell’Archivio Federale Tedesco che hanno studiato i documenti hanno certificato che si tratta di lettere autentiche.

In tutto, l’archivio comprende diverse centinaia di pagine in cui Himmler e la moglie si raccontano la loro vita personale, commentano gli avvenimenti politici e l’andamento della guerra. In particolare, nei primi anni della corrispondenza (Boden e Himmler si sposarono nel 1927) le lettere hanno un tono complice e a volte scherzoso. Nel 1928 Margaret scrisse: «Sono così fortunata ad aver un marito così cattivo che ama così tanto la sua cattiva moglie».

Lo storico Michael Wildt, che ha esaminato la corrispondenza, ha detto che «non esiste nulla di paragonabile per nessun altro dei leader nazisti». Adolf Hitler e Hermann Göring non hanno lasciato praticamente alcun documento personale. Il ministro della propaganda, Joseph Goebbels, ha lasciato moltissimi diari ed altre note, ma si tratta in gran parte di appunti, progetti e osservazioni sulla situazione politica, più che di materiale personale.

Tramite le lettere di Himmler, invece, si riescono a seguire l’ascesa del partito nazista, lo scoppio della guerra e la caduta del regime, attraverso le vicende personali di uno dei più importanti leader tedeschi del tempo. Himmler era nato il 7 ottobre del 1900 e fu il primo ed unico comandante in capo delle SS, la forza paramilitare del partito nazista: e dal 1936 alla fine della guerra fu ministro degli Interni e capo della polizia. Questi incarichi facevano di lui una delle figure più potenti del regime.

Himmler fu anche uno dei principali responsabili dell’Olocausto e dalla sue lettere emerge il profondo antisemitismo che condivideva con Margaret. Ad esempio, in alcune lettere del 1928, la moglie gli raccontò di essere stata costretta ad aver a che fare con la “feccia ebraica” per vendere alcune proprietà. Lui le rispose di non preoccuparsi, perché: «Devi avere a che fare con quei miserabili ebrei solo per il denaro». E poi: «Non ti arrabbiare per quello che ti fanno gli ebrei. Ti posso aiutare io».

Negli anni successivi la guerra comincia a comparire sempre più spesso nelle lettere. «Mi dispiace di aver dimenticato il nostro anniversario», scrisse Himmler in una lettera del 7 luglio 1941, «negli ultimi giorni sono accadute un bel po’ di cose». Poche settimane prima, infatti, la Germania aveva avviato l’invasione dell’Unione Sovietica, la campagna che avrebbe portato alla sconfitta il regime nazista. «È molto dura, in particolare per le SS», scrisse Himmler pochi giorni dopo l’inizio delle operazioni. Nelle lettere compaiono anche degli accenni all’Olocausto, quasi nascosti tra la routine di tutti i giorni. «Sto andando ad Auschwitz. Ti bacio, il tuo Heini».