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  • Venerdì 3 gennaio 2014

I lavori di espansione del Canale di Panama costeranno più del previsto

Parecchio più del previsto: il presidente di Panama minaccia di visitare Italia e Spagna per mettere pressione alle società appaltatrici

A container ship is escorted by a tugboat through the Miraflores lake in Panama Canal, Panama City, Panama in this Aug. 11, 2004 photo. The Canal's administration analyzing ways of "restructuring the measuring of vessels", through toll bridges, as they plan to generate major revenue. (AP Photo/Arnulfo Franco)
A container ship is escorted by a tugboat through the Miraflores lake in Panama Canal, Panama City, Panama in this Aug. 11, 2004 photo. The Canal's administration analyzing ways of "restructuring the measuring of vessels", through toll bridges, as they plan to generate major revenue. (AP Photo/Arnulfo Franco)

L’espansione del canale di Panama potrebbe interrompersi a causa di una disputa economica tra il consorzio di costruttori incaricato dei lavori e l’Autorità del Canale di Panama, che ha funzioni di supervisione. Secondo le poche informazioni trapelate, c’è stato un aumento di 1,6 miliardi di dollari non programmati nei costi di costruzione (su 3,1 miliardi inseriti nel contratto): entrambe le parti ritengono che debba essere l’altra a farsi carico del miliardo e mezzo in eccesso. Il progetto di espansione è molto ambizioso: prevede la costruzione di una nuova linea di traffico per permettere anche alle navi più grandi di attraversare il canale artificiale che collega l’Oceano Atlantico con il Pacifico.

Le posizioni tra costruttori e Autorità del Canale di Panama per il momento rimangono molto distanti: i primi hanno avvisato che se l’Autorità non deciderà di coprire i costi in eccesso nel giro di 21 giorni, «in linea con i termini contrattuali», allora sospenderanno i lavori. Il consorzio ha accusato l’autorità di non avere rispettato i suoi obblighi e di avere fornito delle informazioni “inesatte” sul progetto. L’autorità ha invece diffuso un comunicato in cui rifiuta di subire «pressioni» e insiste che siano i costruttori a pagare, e se questo non succederà metterà in moto «meccanismi previsti dal contratto che consentiranno il completamento dei lavori» (non è stato specificato in che cosa consistano questi meccanismi).

Il contratto per l’espansione del Canale di Panama era stato vinto nel 2009 dal consorzio Grupo Unidos por el Canal, di cui fanno parte l’italiana Salini Impregilo, la spagnola Sacyr Vallehermoso, la belga Jan De Nul e la panamense Constructora Urbana. Circa i due terzi del lavoro sono stati completati, dicono i costruttori, mentre l’intero progetto dovrebbe essere realizzato entro il giugno 2015. Giovedì il presidente di Panama, Ricardo Martinelli, ha detto che potrebbe fare presto un viaggio in Italia e Spagna per mettere pressione alla Sacyr e a Impregilo per completare i lavori. Ha inoltre accusato le aziende di “grande irresponsabilità”, aggiungendo che il progetto in cui sono coinvolte potrebbe essere uno dei maggiori motori della crescita dell’economia di Panama nei prossimi anni.

L’azienda più in difficoltà in questo momento, e quella che sta raccogliendo più critiche, è la spagnola Sacyr, che nel 2009 vinse il contratto con un’offerta di 3,12 miliardi di dollari, molto inferiore rispetto a quella delle aziende rivali, e inferiore anche a quella di riferimento indicata dall’Autorità. Dal 2008 la Sacyr era stata duramente colpita dalla bolla immobiliare che aveva fatto entrare in crisi il settore delle costruzioni spagnolo: la partecipazione al progetto dell’espansione del Canale di Panama, scrive il New York Times, era stata vista come un’opportunità di sopravvivenza.

Foto: Una nave container scortata da un rimorchiatore nel lago Miraflores, nel Canale di Panama (AP Photo/Arnulfo Franco)