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  • Lunedì 2 settembre 2013

La NSA controllava i presidenti di Messico e Brasile

Lo dicono nuovi documenti provenienti da Edward Snowden e mostrati dalla televisione brasiliana TV Globo

In this photo relased by the Brazilian Presidency, Brazil's President Dilma Rousseff, right, poses for a photo with Mexico's President Enrique Pena Nieto during a bilateral meeting in Santiago, Chile, Saturday, Jan. 26, 2013. Leaders from the European Union, Latin America and the Caribbean have gathered in Santiago for CELAC-EU; a 60-nation, two day economic summit. (AP Photo/Brazilian Presidency, Robert Stuckert Filho)
In this photo relased by the Brazilian Presidency, Brazil's President Dilma Rousseff, right, poses for a photo with Mexico's President Enrique Pena Nieto during a bilateral meeting in Santiago, Chile, Saturday, Jan. 26, 2013. Leaders from the European Union, Latin America and the Caribbean have gathered in Santiago for CELAC-EU; a 60-nation, two day economic summit. (AP Photo/Brazilian Presidency, Robert Stuckert Filho)

La sera di domenica 1 settembre, la televisione brasiliana Globo ha trasmesso un’inchiesta sull’attività di sorveglianza che la National Security Agency (NSA) – l’agenzia di sicurezza nazionale degli Stati Uniti – sta portando avanti da diversi anni nei confronti di singoli individui e autorità pubbliche di altri paesi. I documenti citati (tre in totale) sono tra quelli forniti dall’ex agente Edward Snowden, la fonte delle inchieste su PRISM, al giornalista americano Glenn Greenwald: Greenwald vive parte dell’anno a Rio de Janeiro dove risiede il suo compagno, e ha collaborato al servizio di TV Globo. I documenti dimostrerebbero che la NSA ha controllato il contenuto di telefonate, e-mail e sms della presidente del Brasile Dilma Rousseff e del presidente del Messico Enrique Peña Nieto.

Il primo documento presentato da TV Globo è del giugno 2012 e si intitola “Infiltrazione efficace di dati, studio dei casi di Brasile e Messico”: è composto da 24 diapositive e la sua classificazione indica che può essere consultato solo dai paesi definiti dalla NSA come “cinque occhi”: oltre agli Stati Uniti, anche la Gran Bretagna, l’Australia, il Canada e la Nuova Zelanda. L’agenzia americana avrebbe spiato Peña Nieto quando era il candidato favorito alle elezioni presidenziali messicane, intercettando una serie di comunicazioni in cui discuteva i nomi dei futuri ministri. Sulla parte superiore di una diapositiva che riguarda Nieto, c’è il numero 85.489: per Greenwald potrebbe indicare il totale dei messaggi intercettati dalla NSA.

Per quanto riguarda il Brasile, dal documento risulta ufficialmente che la NSA avrebbe cercato di avere “una migliore comprensione dei metodi di comunicazione e degli interlocutori” di Dilma Rousseff e dei suoi collaboratori grazie a un programma che permetteva di accedere non solo ai messaggi della presidente, ma anche a tutti i contenuti da lei visionati su internet. In una diapositiva c’è un grafico che mostra la rete di relazioni di Rousseff e come queste persone si rapportano tra loro, con l’obiettivo, dunque, di identificare i principali interlocutori del governo brasiliano. A conclusione della presentazione sul caso del Brasile, la NSA osserva che «è stato possibile applicare con successo queste tecniche contro obiettivi importanti».

Il secondo documento reso pubblico ieri sera da Tv Globo è composto da 18 diapositive e si intitola “Identificazione delle sfide per il futuro”: vi sono elencati i paesi considerati “amici” degli Stati Uniti, “nemici”, o la cui posizione risulta ancora problematica e che, per questo, devono essere tenuti maggiormente sotto controllo. Il Brasile è il primo paese di quest’ultima classifica con l’Egitto, l’India, l’Iran, il Messico, l’Arabia Saudita, la Somalia, il Sudan, la Turchia e lo Yemen.

Dal terzo e ultimo documento si viene a sapere che la NSA avrebbe un gruppo di lavoro incaricato di seguire le questioni commerciali di tredici paesi europei e di altri «partner strategici» in tutto il mondo. Nell’elenco ci sono Brasile, Messico, Giappone, Belgio, Francia, Germania, Italia e Spagna. Si tratta di paesi che, per gli Stati Uniti, hanno in comune il fatto di essere importanti sia per questioni economiche che per «questioni di difesa».

«Se questi fatti fossero confermati, sarebbe una situazione inammissibile, inaccettabile, che potrebbe essere definita come un chiaro attentato alla sovranità del nostro paese», ha detto il Ministro brasiliano della Giustizia, José Eduardo Cardozo. Cardozo ha anche anticipato che inoltrerà una richiesta formale di spiegazioni agli Stati Uniti e che la questione sarà presentata alle Nazioni Unite (ONU).

Foto: la presidente del Brasile Dilma Rousseff e il presidente del Messico Enrique Pena Nieto
a Santiago, Cile, 26 gennaio 2013 (AP Photo/Brazilian Presidency, Robert Stuckert Filho)