Per spiegare da dove nasce la protesta di Luna Rossa e New Zealand bisogna però risalire all’incidente del 9 maggio scorso, quando l’imbarcazione AC72 di Artemis si è ribaltata e un velista della squadra, il britannico Andrew Simpson, è morto: non è ancora stato chiarito se il ribaltamento è stato causato da un errore nelle manovre o per un cedimento strutturale dell’imbarcazione. Per aumentare la sicurezza degli AC72 il direttore di regata, Ian Murray, decise così di formulare un nuovo regolamento – composto da 37 norme – per aumentare la sicurezza.
Le norme sono state approvate il 22 maggio scorso: sono stati introdotti diversi apparati di sicurezza personale sulle imbarcazioni – come respiratori automatici e altre protezioni – e sono state stabilite delle nuove procedure in regata: per esempio se una barca si ribalta, all’altra viene subito assegnata la vittoria senza dover concludere la regata, per poter concentrare i mezzi di soccorso sulla barca che si è ribaltata.
Le norme contestate da Luna Rossa e New Zealand sono quelle che riguardano gli elevatori dei timoni e un aumento del peso della barca, due caratteristiche che modificano la struttura delle imbarcazioni progettate per la Louis Vuitton Cup. Secondo le due squadre queste norme (nello specifico Regatta Notice 185 e 189) hanno poco a che fare con la sicurezza e sarebbero state aggiunte per favorire le prestazioni della barca progettata da Oracle. Ne hanno contestato anche la procedura: sono due norme che vanno a cambiare il regolamento precedentemente approvato da tutte e quattro le squadre e dunque ogni modifica deve essere accettata all’unanimità.
In un comunicato pubblicato il 3 luglio, Luna Rossa ha detto che lo scopo di questo cambio in corsa è un chiaro tentativo di favorire Oracle e mettere “fuori stazza” la loro imbarcazione. In un’intervista pubblicata oggi sul Corriere della Sera l’armatore di Luna Rossa, Patrizio Bertelli, ha spiegato che i cambiamenti tecnici permetterebbero a Oracle di recuperare lo svantaggio progettuale sulle imbarcazioni degli sfidanti.
Cosa può succedere ora
La Guardia Costiera di San Francisco ha recepito le 37 norme, emettendo il permesso per gareggiare. A pochi giorni dall’inizio delle regate la situazione però è ancora molto confusa: se la giuria internazionale dovesse rigettare la protesta di Luna Rossa e New Zealand, le due squadre potrebbero decidere di rivolgersi alla Corte Suprema di New York. Tutto questo farebbe allungare i tempi, sospendendo di fatto la gara.
La decisione della giuria, a prescindere dal merito, sarà comunque vincolante per tutte le squadre. C’è anche la possibilità, ha detto Bertelli, che Luna Rossa decida di non presentarsi alla gara perché se lo farà, a queste condizioni, accetterebbe di fatto il cambio del regolamento: «Se i giudici non esamineranno la nostra protesta e quella dei neozelandesi prima di domenica, noi non regatiamo. E, senza Luna Rossa, la Louis Vuitton Cup non comincia».
Foto: Ezra Shaw/Getty Images for Omega