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  • Sabato 27 aprile 2013

La rinascita del Borussia Dortmund

La squadra tedesca che ha appena battuto il Real Madrid ha una storia recente avventurosa, tra quasi retrocessioni e prestiti del Bayern Monaco

di Francesco Marinelli – @frankmarinelli

Dortmund's supporters hold up a mockup of the Champions League trophy prior to the UEFA Champions League semi final first leg football match between Borussia Dortmund and Real Madrid on April 24, 2013 in Dortmund, western Germany. Dortmund won the match 4-1. AFP PHOTO / PATRIK STOLLARZ (Photo credit should read PATRIK STOLLARZ/AFP/Getty Images)
Dortmund's supporters hold up a mockup of the Champions League trophy prior to the UEFA Champions League semi final first leg football match between Borussia Dortmund and Real Madrid on April 24, 2013 in Dortmund, western Germany. Dortmund won the match 4-1. AFP PHOTO / PATRIK STOLLARZ (Photo credit should read PATRIK STOLLARZ/AFP/Getty Images)

Nella partita giocata mercoledì 24 aprile, la squadra di calcio tedesca del Borussia Dortmund ha battuto per 4 a 1 il Real Madrid, nella semifinale di andata di Champions League: una partita spettacolare e in parte sorprendente, ma non troppo. Il Real Madrid è tra le squadre favorite dell’edizione di questa stagione, ma il Borussia Dortmund si è rivelata la più grande sorpresa. È stato un risultato pesante per gli spagnoli e storico per i tedeschi e per l’attaccante polacco Robert Lewandowski, che ha segnato quattro gol: nessuno ci era mai riuscito prima, in una semifinale di Champions League.

Ma la storia recente del Borussia è stata parecchio avventurosa, fatta di quasi retrocessioni, prestiti dai rivali del Bayern per pagare i giocatori e nuovi sistemi di allenamento.

La quotazione in borsa
La storia del Borussia Dortmund degli ultimi dieci anni è stata contrassegnata da una serie di alti e bassi, costringendo la società a riorganizzarsi in più occasioni, fino a quando è stata trovata una formula vincente. Nei primi anni Duemila, la squadra di Dortmund, la più grande città della regione tedesca della Ruhr, fu la prima – e unica finora – squadra della Bundesliga a quotarsi in Borsa. Proprio quell’anno, la squadra vinse il campionato (per la terza volta nella sua storia) e perse la finale di Coppa Uefa contro gli olandesi del Feyenoord. La squadra stava ottenendo buoni risultati a livello sportivo e la società cercava di sviluppare un nuovo modello di gestione.

I prestiti del Bayern Monaco e il cambio di nome dello stadio
Tutto questo però venne gestito in modo sbagliato da parte della dirigenza, che accumulò grossi debiti: anche il mercato azionario non ebbe l’andamento che si era sperato. La situazione dei conti della società era così grave che i dirigenti del Bayern Monaco, la più importante squadra di calcio tedesca e storica rivale del Borussia Dortmund, decisero di versare per alcuni mesi una cifra intorno ai 2,3 milioni di euro, per permettere alla dirigenza del Borussia di onorare i contratti con i propri giocatori. Altro passo necessario per evitare il fallimento, fu, nel 2005, la vendita del nome dello stadio.

Il suo nome storico, Westfalenstadion, fu sostituito dal nome dell’azienda di assicurazioni locale. Cambiò nome, almeno ufficialmente, in Signal Iduna Park. L’accordo fatto nel 2005 sarà valido fino al 2016. Lo stadio del Borussia Dortmund – il più grande di Germania – è un luogo simbolico del calcio tedesco: da anni non c’è mai un posto vuoto quando gioca la squadra e la sua gradinata sud è conosciuta in tutta europa come il “muro giallo“. I tifosi la riempiono in ogni occasione, trasformando i gradini in cemento di cui è fatta in una delle cose più belle e spettacolari del tifo calcistico europeo.

Il rischio retrocessione
Nel 2005 il Borussia Dortmund rischiò nuovamente di fallire: il valore originale delle proprie azioni, intorno a 11 euro, crollò di oltre l’80 per cento. Oltre a cambiare nome allo stadio, la società dovette ridurre gli stipendi dei giocatori del 20 per cento, dovendo quindi cercare strade alternative all’acquisto di campioni affermati, e quindi molto costosi.

Questa situazione si ripercosse anche a livello sportivo: nella stagione successiva ai Mondiali di calcio giocati proprio in Germania, nel 2006-2007, il Borussia Dortmund rischiò addirittura la retrocessione nella Serie B tedesca. Fu un’annata difficile, con la sostituzione di tre allenatori in un solo campionato. Più o meno sulla stessa linea fu anche la stagione successiva, anche se, al di là delle brutte prestazioni in campionato, la squadra riuscì ad arrivare in finale della Coppa di Germania, persa 2 a 1 contro il Bayern Monaco.

L’arrivo di Jürgen Klopp
Il 2008 fu l’anno del cambiamento, segnato soprattutto dall’arrivo di un nuovo allenatore, che ancora oggi guida il Borussia Dortmund: Jürgen Klopp. L’allenatore originario di Stoccarda aveva già fatto vedere grandi cose con il Mainz, riuscendo a portare la squadra in Bundesliga per la prima volta nella sua storia, qualificandosi anche per l’Europa League. Klopp portò idee e un metodo precisi. Un modello costruito negli anni, senza la necessità di grossi investimenti.

La società iniziò a puntare sui giovani del proprio vivaio, cercando di pescare nel frattempo giocatori interessanti nel campionato polacco: una pratica comune anche ad altre squadre tedesche e alla federazione nazionale, che in questi anni, tra l’altro, ha naturalizzato molti giocatori con origini polacche. Il primo successo della nuova gestione fu la Supercoppa di Germania, vinta nel 2010 proprio contro il Bayern Monaco, il principale rivale di questi ultimi anni.

Il metodo Klopp
La “filosofia” che Klopp ha trasmesso alla squadra in questi anni si è basata soprattutto su due punti fondamentali: la dedizione al modulo di gioco e il divertimento dei giocatori. Il Borussia Dortmund gioca basandosi su un copione imparato a memoria, diventato naturale: schemi precisi, in cui sono i giocatori stessi ad essere esaltati dal gioco e non viceversa. Questo è dimostrato in parte dal fatto che nonostante la squadra abbia cambiato diversi giocatori importanti negli ultimi anni, i risultati hanno continuato ad essere ottimi.

Jürgen Klopp è sempre stato convinto di una cosa: il talento si può allenare e quindi migliorare. Durante gli allenamenti è capace di far ripetere i movimenti ai propri giocatori più e più volte, facendosi aiutare anche da un curioso macchinario, la Footbonaut. Si tratta di una “gabbia tecnologica” concepita dal berlinese Christian Gütler per sviluppare la reattività e la velocità dei giocatori, che è costata alla società circa un milione di euro. La Footbonaut è una specie di stanza pavimentata in prato sintetico con 72 finestre a lati, al cui interno sono posizionate delle macchine che lanciano dei palloni ai giocatori. Questi, in pochi secondi, li devono fermare e tirare in una delle 72 finestre, a seconda di quella che si illumina. Tutto questo serve per simulare il controllo e la gestione della palla, agevolando i giocatori a fare lo stesso durante la partita.

Il ritorno alla vittoria
Nella stagione 2010-2011 il Borussia Dortmund ritornò alla vittoria in campionato, stabilendo anche un record: fu la squadra con l’età media più bassa di sempre – 23 anni – a vincere la Bundesliga. E così è stato nella stagione successiva, nel 2011-2012, a cui va aggiunta anche la vittoria della Coppa di Germania. Tutto questo, nonostante la vendita, da un anno all’altro, di alcuni dei giocatori più rappresentativi della squadra, che ha permesso alla società anche di fare utili.

In questa stagione, invece, il Borussia non è riuscito a tenere testa alla sua rivale di questi ultimi anni, il Bayern Monaco, che ha dominato il campionato e vinto il titolo con sei giornate di anticipo. Entrambe le squadre sono in semifinale di Champions League e, visto come si sono concluse le partite di andata, ci sono ottime possibilità che la finale sarà tutta tedesca.

Le nuove politiche di gestione
Dal 2004, il presidente del Borussia Dortmund è Reinhard Rauball, politico della SPD, che dal 2007 è anche presidente della Deutsche Fußball Liga (DFL), la federazione tedesca. La gestione societaria del Borussia Dortmund negli ultimi quattro anni è cambiata: più che ritorni a breve termine, è stato deciso di fare investimenti a medio-lungo termine, cercando giocatori di talento a basso costo, da rivendere alle più grandi squadre europee e cercando di valorizzare le proprie strutture, di proprietà.

Le azioni della società hanno riacquistato valore e sono stati avviati una serie di investimenti su quello che è la principale fonte di guadagno: il proprio stadio. Da poco, inoltre, è stato aperto un secondo punto vendita ufficiale in città, oltre a quello che c’è nello stadio e inaugurato il Borusseum, il museo della squadra, che ha generato altri incassi. Dal 2011, è stato anche installato sul tetto del Signal Iduna Park un sistema a pannelli solari, che ha generato grossi risparmi.

Foto: PATRIK STOLLARZ/AFP/Getty Images