I politici italiani secondo Google

Cosa racconta la funzione "autocomplete" del motore di ricerca a proposito di cosa pensiamo e cosa vogliamo sapere dei maggiori leader

Tra le altre funzioni con cui Google ha via via reso più facile ed efficiente l’offerta dei risultati più soddisfacenti attraverso il suo motore di ricerca, c’è l’autocomplete, ovvero il suggerimento di alcune alternative per il completamento delle formule che immettiamo quando cerchiamo qualcosa. Se scriviamo su Google “chi ha vinto” ci appaiono per esempio automaticamente i completamenti “masterchef”, “sanremo”, “le elezioni” e “amici”. Il suggerimento è basato sulla valutazione e la sintesi delle ricerche effettuate più di frequente, spiega Google:

Le query di ricerca visualizzate dalla funzione di completamento automatico rispecchiano l’attività di ricerca di tutti gli utenti del Web e i contenuti delle pagine web indicizzate da Google (…) tutte le query previste visualizzate nell’elenco a discesa sono state digitate in passato da utenti Google o sono presenti sul Web.

Il completamento automatico è effettivamente automatico, dice ancora Google, e restituisce risultati basati sui due criteri sopra descritti, filtrati solo rispetto a contenuti che possano essere violenti o offensivi o incentivare l’uso di siti con contenuti pirata.

Le previsioni del completamento automatico vengono determinate in modo algoritmico in base a una serie di fattori (come la popolarità dei termini di ricerca), senza alcun intervento umano. Proprio come il Web, le query di ricerca visualizzate potrebbero comprendere termini o espressioni ridicoli, strani o inaspettati. Tentiamo sempre di rispecchiare la diversità dei contenuti presenti sul Web (alcuni sono validi, altri sgradevoli), ma applichiamo alcune norme di rimozione per contenuti pornografici, di violenza, di incitamento all’odio e per i termini utilizzati frequentemente allo scopo di trovare contenuti che violano il copyright.

La funzione di autocompletamento è quindi interessante per avere un’idea sommaria delle ricerche più frequenti che gli utenti associano a determinati temi o nomi, e della prevalenza di determinati contenuti associati a quei temi o nomi. Niente di scientifico o di quantitativamente classificabile e comparabile, ma indicazioni potenzialmente interessanti. Un esempio su cui vedere l’effetto che fa può essere quello più frequentemente associato a sondaggi e ricerche sulla popolazione, ovvero quello della politica: abbiamo provato a cercare su Google i nomi di alcuni uomini e donne politici noti, e leggere cosa Google ci dice delle curiosità o delle idee che abbiamo su di loro come delle associazioni col loro nome che hanno più attecchito in rete.