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  • Giovedì 14 marzo 2013

Francia e Regno Unito invieranno armi ai ribelli in Siria

Saranno i primi paesi occidentali a farlo, almeno ufficialmente, dopo che per due anni si è detto il contrario

A Syrian rebel crosses a street while trying to dodge sniper fire in the old city of Aleppo in northern Syria on March 11, 2013. Syria warned on March 12 it is ready to fight "for years" against rebels, as world powers worked on a new initiative to find regime officials suitable for peace talks with the opposition. AFP PHOTO/JM LOPEZ (Photo credit should read JM LOPEZ/AFP/Getty Images)
A Syrian rebel crosses a street while trying to dodge sniper fire in the old city of Aleppo in northern Syria on March 11, 2013. Syria warned on March 12 it is ready to fight "for years" against rebels, as world powers worked on a new initiative to find regime officials suitable for peace talks with the opposition. AFP PHOTO/JM LOPEZ (Photo credit should read JM LOPEZ/AFP/Getty Images)

Il ministro degli Esteri francese, Laurent Fabius, ha detto giovedì 14 marzo che la Francia e il Regno Unito invieranno delle armi ai ribelli siriani, anche senza l’appoggio dell’Unione Europea. I governi francese e britannico sono i primi due in Occidente a dichiarare ufficialmente di voler armare le forze di opposizione: per tutti e due gli anni della cosiddetta “primavera araba” siriana – venerdì 15 marzo sarà il secondo anniversario dall’inizio delle rivolte in Siria – i paesi dell’Unione Europea e gli Stati Uniti sono stati molto scettici nei confronti dell’ipotesi di inviare delle armi, soprattutto per il rischio che queste finissero nelle mani delle forze di al Qaida, che da tempo in Siria combattono a fianco dei ribelli.

La decisione di Francia e Regno Unito va contro all’embargo sul trasferimento di armi in Siria stabilito proprio dall’Unione Europea. L’embargo era stato in qualche maniera “emendato” nelle scorse settimane, per permettere ai ribelli siriani di ricevere alcuni tipi di equipaggiamento “non letali”, come i giubbotti antiproiettile. Tuttavia, l’annuncio del ministro degli Esteri francese è molto importante. Solo poco meno di due settimane fa, il 28 febbraio, si era tenuta a Roma una riunione ministeriale ristretta sulla Siria a cui avevano partecipato anche i ministri degli Esteri dei paesi europei: il comunicato ufficiale conclusivo parlava di sostenere concretamente la Coalizione Nazionale Siriana (unica opposizione riconosciuta a livello internazionale), ma non faceva alcun cenno alla vendita di armi.

Anche il Segretario di Stato americano, John Kerry, in quell’occasione aveva detto che gli Stati Uniti erano pronti a dare nuovi finanziamenti ai ribelli (60 milioni di aiuti in medicine, cibo, equipaggiamento per le comunicazioni e veicoli) ma il trasferimento di armi era escluso. Questa posizione, che è stata condivisa da tutto il fronte occidentale anti-Assad fino a oggi, era stata poi ribadita qualche giorno dopo dal ministro degli Esteri tedesco, Guido Westerwelle: niente armi ai ribelli, altrimenti ci sarebbe il rischio di una “conflagrazione” regionale del conflitto.

foto: JM LOPEZ/AFP/Getty Images