Sette gran canzoni dei Clash

Oggi che sono dieci anni che è morto Joe Strummer

Members of the British rock band The Clash hold a news conference at New York’s Bond International Casino to discuss their upcoming performance schedule, Sunday, May 31, 1981. Their schedule was temporarily interrupted Friday by New York City agencies questioning the club’s compliance with city regulations. The club was found to be in compliance. Members of the band are, from left, Joe Strummer, Paul Simonon, Topper Headon, and Mick Jones. (AP Photo/Mario Cabrera)

Members of the British rock band The Clash hold a news conference at New York’s Bond International Casino to discuss their upcoming performance schedule, Sunday, May 31, 1981. Their schedule was temporarily interrupted Friday by New York City agencies questioning the club’s compliance with city regulations. The club was found to be in compliance. Members of the band are, from left, Joe Strummer, Paul Simonon, Topper Headon, and Mick Jones. (AP Photo/Mario Cabrera)

Dieci anni fa oggi, moriva John Graham Mellor, meglio conosciuto come Joe Strummer e per il suo ruolo nella leggendaria band dei Clash. Gli piaceva farsi chiamare “Strummer” perché significa strimpellatore, anche se è stato molto di più, soprattutto per quello che hanno rappresentato i Clash per la storia del rock. Strummer è stato il cantante e il chitarrista dei Clash dal 1976 fino al 1985, l’anno dello scioglimento. Dopo continuò a suonare da solo e con altri musicisti. Oggi lo racconta Piero Negri sulla Stampa:

Nel 1977, anno del Giubileo d’argento della Regina Elisabetta II e dell’esplosione del punk, The Clash firmano un contratto con la multinazionale Cbs, scatenando le invidie degli altri gruppi della vispissima scena londinese e naturalmente anche la scomunica dei puristi. Già in quel momento si sarebbe dovuto capire ciò che con gli anni divenne lampante, e cioè che il gruppo apparteneva più alla storia del rock and roll – da Elvis Presley all’hip-hop allora nascente – che alla moda del momento, alla ribellione ai maestri coltivata ed esibita dalla generazione punk.
Se in questi dieci anni il mito di Joe Strummer è cresciuto oltre ogni aspettativa è proprio per questo, per quella sproporzionata ambizione di riassumere in sé tutta la musica del mondo che è propria del rock e che Strummer e i Clash furono tra gli ultimi a incarnare. Nei loro album, soprattutto il doppio (venduto al prezzo di un solo disco) London Calling, e nel triplo (venduto al prezzo di un doppio)Sandinista!, usciti nei primissimi Anni Ottanta, c’era tutta la musica dei vent’anni seguenti, dal rock chitarristico all’elettronica, dalle ritmiche caraibiche ai primi barlumi di grunge.

Strummer morì a 50 anni per una malformazione congenita al cuore. Queste sono le canzoni dei Clash che Luca Sofri, il peraltro direttore del Post, scelse per il suo libro Playlist.

London Calling
(London calling, 1979)
La dichiarazione di guerra postpunk di Joe Strummer all’Inghilterra thatcheriana. Il titolo cita la frase dell’identificativo radiofonico della BBC durante la guerra, “this is London calling”. La copertina di London Calling – l’ellepì – con la foto di Pennie Smith che ritrae Paul Simonon che distrugge il basso, cita una vecchia copertina di Elvis ed è una delle icone più famose della storia del rock.

I fought the law
(Cost of living, 1979)
“Ho combattuto contro la legge, e ha vinto lei”. Un classico del rock’n’roll, prima famosa per la voce di Sonny Curtis (era un tempo in cui le canzoni attingevano alla letteratura carceraria, con “Chain gang”, “Jailhouse rock” eccetera). I Clash decisero di suonarla dopo averla ascoltata nel jukebox dello studio di registrazione.

Lost in the supermarket
(London calling, 1979)
Abbrutimento e solitudine dell’homo occidentalis, schiavo di tv, shopping, e tutte quelle cose lì. Ma con tenerezza, e melodia.

Spanish bombs
(London calling, 1979)
Guerra civile spagnola, rivoluzione, bombe e citazioni di Garcia Lorca, tutto con un notevole entusiasmo musicale: niente refrain ma versi a cascata, cantati per la maggior parte a due voci da Mick Jones e Joe Strummer.

Somebody got murdered
(Sandinista!, 1980)
Grande pezzo rock, bello tirato ed eccitante (assai più delle cose ruvide che decidevano di pubblicare come singoli), ma quello di cui parla è una nottata di eccessi finita male, e chi si ricorda come.

Rock the casbah
(Combat rock, 1982)
Malgrado non abbia espliciti riferimenti geografici, la storia dell’insurrezione popolare contro il divieto sul rock fu ispirata dalla notizia di una stretta in questo senso nell’Iran dell’ayatollah Khomeini. Erano i tempi in cui una band di sinistra poteva suggerire di rovesciare le dittature musulmane. Negli ultimi anni alcuni versi sono diventati profetici, fino a diventare tormentone dei soldati americani nella guerra del Golfo. Fu il maggiore successo commerciale dei Clash e rese celebre l’armadillo del video.

Should I stay or should I go
(Combat rock, 1982)
Uno dei dieci classici rock di tutti i tempi. Alla luce della rottura tra Mick Jones e Joe Strummer di pochi mesi dopo, sembra che parli di loro. Fu primo nelle classifiche inglesi dieci anni più tardi, quando venne usato per uno spot dei Levi’s.

Foto: The Clash, nel 1981 (AP Photo/Mario Cabrera)