Instagram rinuncia alle nuove regole

Dopo le critiche degli ultimi giorni la società rimane con il vecchio regolamento, che in realtà è peggiore di quello nuovo che aveva proposto

In seguito alle numerose proteste e polemiche di inizio settimana da parte degli iscritti per l’annunciato cambiamento ad alcune regole di Instagram, il cofondatore della società Kevin Systrom ha confermato il ritiro delle parti più controverse e meno chiare del nuovo regolamento.

Instagram, l’applicazione per realizzare e condividere fotografie artistiche con lo smartphone, aveva presentato lunedì 17 dicembre una nuova versione della sua “Normativa sulla privacy” e dei “Termini di servizio”, in cui si parlava tra le altre cose della possibilità di utilizzare i contenuti pubblicati dagli iscritti a scopi promozionali all’interno dell’applicazione e su altri servizi come Facebook, il social network che ha acquisito Instagram lo scorso aprile. Il testo delle nuove regole non era però molto chiaro, tanto da spingere molti iscritti a pensare che la società si stesse preparando a vendere le loro fotografie, senza consensi espliciti e senza la possibilità di ricevere un compenso.

Nell’ultimo post pubblicato sul blog di Instagram, Systrom spiega che:

In seguito ai riscontri che abbiamo avuto da parte vostra, riporteremo la parte sugli annunci pubblicitari alla sua versione originale, in vigore da quando lanciammo il nostro servizio a ottobre 2010.

Systrom scrive comunque chiaramente che quest’ultima decisione non condizionerà più di tanto i piani della società per quanto riguarda gli annunci pubblicitari. Instagram continuerà a realizzare e sperimentare nuove idee per la pubblicità ma lo farà presentando agli iscritti proposte e prodotti concreti facilmente comprensibili, invece di aggiungere in forma preventiva nuovi paragrafi poco chiari al proprio regolamento.

Secondo diversi osservatori, il ritorno alle regole del 2010 non è comunque una buona notizia per gli iscritti a Instagram. Le nuove regole, ora ritirate, erano molto meno generiche su che cosa la società avrebbe potuto fare e non fare con le foto dei suoi utenti in campo pubblicitario. Anche se la forma era poco chiara, si diceva che una società interessata a fare pubblicità sul servizio non avrebbe potuto inserire il proprio logo né modificare la foto di un iscritto per renderla un annuncio commerciale. Erano contemplate soluzioni simili a quelle già adottate da Facebook, in cui un inserzionista può pagare il social network per mettere in evidenza un contenuto condiviso da un suo iscritto per promuovere i propri prodotti. Un’azienda produttrice di bibite avrebbe potuto scegliere una foto (pubblica) su Instagram di un frigorifero d’epoca e pagare per averla in evidenza, magari con un messaggio aggiuntivo per fare pubblicità a una sua bibita.

Una prima lettura delle regole aveva indotto molti a credere che la società volesse acquisire il pieno controllo sulle foto degli utenti, aggiungendo anche la possibilità di venderle senza il loro consenso. Dopo le numerose voci circolate su questo assunto sbagliato, Systrom aveva pubblicato sul blog di Instagram un altro post per spiegare che la società non aveva alcuna intenzione di vendere le foto, che rimangono di proprietà dei suoi iscritti. Il cofondatore di Instagram ha ribadito questo concetto anche nel suo ultimo messaggio in cui ha comunicato il ritiro di parte delle nuove regole.

I regolamenti rivisti per privacy e termini di servizio sono disponibili sul sito di Instagram ed entreranno in vigore nella seconda metà di gennaio 2013.