Che cosa succede nel centrodestra

Il punto sui guai del PdL: dalle due iniziative di oggi ai progetti di Berlusconi e ai problemi con la Lega

People of Freedom party leader Silvio Berlusconi attends a book presentation of Italian journalist Bruno Vespa “Il Palazzo e la Piazza” (The Palace and the Square) in Rome, Wednesday, Dec. 12, 2012. At a public appearance Wednesday night, Berlusconi claimed that he would back a government of moderates in the next election should Monti agree to head it and that in such a case he would step aside as a candidate. (AP Photo/Gregorio Borgia)

People of Freedom party leader Silvio Berlusconi attends a book presentation of Italian journalist Bruno Vespa “Il Palazzo e la Piazza” (The Palace and the Square) in Rome, Wednesday, Dec. 12, 2012. At a public appearance Wednesday night, Berlusconi claimed that he would back a government of moderates in the next election should Monti agree to head it and that in such a case he would step aside as a candidate. (AP Photo/Gregorio Borgia)

Oggi ci sono state due iniziative politiche organizzate da alcuni esponenti del PdL: da una parte “Italia popolare”, organizzata da Alemanno, Sacconi, Frattini e altri, per promuovere la candidatura di Mario Monti e con lo scopo dichiarato di riunire i moderati del centrodestra. L’altra organizzata da Giorgia Meloni e Guido Crosetto che, con “Primarie delle idee”, hanno chiesto a Berlusconi di ritirarsi e al partito di rinunciare all’idea di appoggiare Monti, nel giorno in cui si sarebbero dovute svolgere le primarie del partito. Proviamo a fare il punto di qual è la situazione – decisamente confusa – nel partito che pochi giorni fa ha deciso la fine del governo tecnico.

Nelle ultime settimane ci sono state due notizie importanti nel centrodestra: prima l’annuncio di Silvio Berlusconi di candidarsi alle prossime elezioni come presidente del Consiglio – per la sesta volta consecutiva – mettendo fine così all’idea di primarie del PdL che inizialmente erano state programmate per oggi (ma più volte messe in discussione nelle ultime settimane), e poi il discorso alla Camera del segretario Angelino Alfano il 7 dicembre scorso, in cui ha detto che, per quanto riguarda il suo partito, l’esperienza del governo Monti può definirsi «conclusa».

Da lì, a cascata, sono successe molte altre cose, tra appelli all’ex premier di andare avanti per questa strada o, al contrario, di farsi da parte e fare le primarie. Tutto questo ha avuto ripercussioni all’interno del PdL, anche per quello che riguarda il discorso delle alleanze: sia a livello nazionale, sia a livello locale, come per le prossime elezioni regionali in Lombardia, dove la questione politica principale è l’alleanza con la Lega Nord. E per finire venerdì scorso, alla riunione del Partito Popolare Europeo – a cui ha partecipato anche Berlusconi – è stato annunciato l’appoggio ufficiale del PPE per una candidatura di Mario Monti, in un’area politica che include anche il PdL.

Le due iniziative di oggi
Il partito è diviso al proprio interno, sia per quanto riguarda l’atteggiamento verso Silvio Berlusconi, sia per la questione delle alleanze, dato che il binomio Mario Monti-Lega Nord non sembra conciliabile: basta osservare le dichiarazioni e le iniziative indipendenti di vari esponenti del partito, che ormai agiscono in autonomia, come si è visto oggi.

Questa mattina, in contemporanea, ci sono state due manifestazioni: una organizzata da quanti sostengono la candidatura di Mario Monti, come il sindaco di Roma Gianni Alemanno, gli ex ministri Sacconi e Frattini e altri ancora, che hanno organizzato “Italia popolare”, e un’altra organizzata invece da Giorgia Meloni e Guido Crosetto nel giorno “simbolico” in cui si sarebbero dovute svolgere le primarie del partito, a cui avevano deciso entrambi di partecipare. Lo scopo di “Le primarie delle idee”, in sostanza, è quello di chiedere a Silvio Berlusconi di farsi da parte e di lasciar perdere l’idea di candidare Monti nel centrodestra, come condizione, anche se proposta da una piccola parte del partito, per evitare scissioni.

Che cosa dice Silvio Berlusconi
L’ex presidente del Consiglio è intervenuto, con una telefonata, a “Italia popolare”, e parlando della posizione di Mario Monti ha detto che «il premier condivide i miei, i vostri, i nostri stessi ideali, quelli della grande famiglia dei Popolari europei».

Quindi, come detto qualche giorno fa da Berlusconi alla presentazione dell’ultimo libro di Bruno Vespa, se Monti si candiderà in uno schieramento di centrodestra lo stesso Berlusconi ritirerà la sua candidatura. Altrimenti sarà lui il candidato del centrodestra, anche se non è chiaro con quali alleati, date le varie condizioni poste: appoggiare Monti o candidare Berlusconi sarebbero due ostacoli a una nuova alleanza con la Lega Nord, che nell’ultimo anno è stata all’opposizione, si è opposta alle politiche di Monti e non vuole Berlusconi candidato.

Che cosa fa la Lega Nord
Il segretario della Lega Nord, Roberto Maroni, dopo un incontro con Silvio Berlusconi questa settimana, ha detto che l’alleanza con il PdL per le elezioni politche potrà esserci soltanto se Berlusconi si farà da parte e il candidato premier sarà Angelino Alfano. Maroni ha detto che ci sono alcune condizioni da dover rispettare, altrimenti la Lega correrà da sola, sia alle elezioni politiche, sia alle elezioni regionali in Lombardia. Ma si potrebbero anche trovare accordi separati, ha spiegato.

Tra l’altro, proprio questa mattina, il presidente della Lombardia Roberto Formigoni ha detto che la Lega, con il suo «tradimento», ha messo fine alla sua giunta regionale: quindi alle prossime elezioni appoggerà l’ex sindaco di Milano Gabriele Albertini, sperando che lo faccia anche il PdL. Elezioni regionali a cui parteciperà anche Maroni stesso, ma non è chiaro ancora se sarà sostenuto dal PdL o se la Lega Nord correrà da sola.

Angelino Alfano
Anche il segretario del PdL Angelino Alfano è intervenuto questa mattina all’evento di “Italia popolare” confermando la linea dettata da Berlusconi: «Noi abbiamo due strade davanti per vincere: o unire i moderati sotto Monti o, se lui non si sentirà pronto, saremo disponibili, forti e capaci a ricostruire noi quell’area per vincere». Per quanto riguarda le possibili alleanze, Alfano ha spiegato che «non sarà la Lega a scegliere il candidato del PdL, questo candidato c’è già ed è Silvio Berlusconi».

Proprio questa posizione, che ha messo fine al progetto delle primarie, è stata la fonte di tanti problemi: con minacce di scissioni e divisioni tra chi ha messo in atto la richiesta di astensione in Parlamento e chi ha deciso di continuare a sostenere il governo tecnico, come è stato fatto in questo ultimo anno. In teoria, Alfano potrebbe essere il candidato ideale sia per la Lega, sia per quanti hanno chiesto di fare le primarie. Ma la linea decisa da Berlusconi prevede, come unica alternativa, una candidatura di Mario Monti.

Foto: Silvio Berlusconi (AP Photo/Gregorio Borgia)