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  • Giovedì 15 novembre 2012

BP pagherà 4,5 miliardi di multa

La società petrolifera si è dichiarata colpevole per il disastro ambientale del 2010 nel Golfo del Messico

In this aerial photo taken in the Gulf of Mexico more than 50 miles southeast of Venice on Louisiana’s tip, the Deepwater Horizon oil rig is seen burning Wednesday, April 21, 2010. (AP Photo/Gerald Herbert)

In this aerial photo taken in the Gulf of Mexico more than 50 miles southeast of Venice on Louisiana’s tip, the Deepwater Horizon oil rig is seen burning Wednesday, April 21, 2010. (AP Photo/Gerald Herbert)

La compagnia petrolifera BP ha concordato il pagamento di una multa di circa 4,5 miliardi di dollari per il disastro nel Golfo del Messico del 2010, quando l’esplosione di una piattaforma petrolifera portò a una grande perdita di petrolio che inquinò ampi tratti di mare e le coste della Louisiana. La società ha riconosciuto anche le proprie responsabilità per la morte di undici persone, tecnici che si trovavano a bordo della piattaforma Deepwater Horizon, dichiarandosi colpevole. BP si dichiara anche colpevole per aver ostacolato le indagini, fornendo informazioni non accurate (o non veritiere) al Congresso su quanto petrolio fosse finito in acqua a causa della perdita.

(Il disastro del Golfo del Messico, due anni dopo)

La piattaforma si trovava a circa 50 miglia di distanza dalle coste della Louisiana e affondò poco dopo l’esplosione nell’aprile del 2010. Si stima che la perdita conseguente causò la fuoriuscita in mare di quasi 780 milioni di litri di petrolio. Il combustibile fosse produsse un’enorme chiazza nel Golfo del Messico che galleggiò per settimane raggiungendo le aree costiere della Louisiana. Causò danni ai fondali, mise in pericolo migliaia di specie marine e impedì ai pescatori della Louisiana di uscire in mare per la pesca per mesi.

La vicenda fu un durissimo colpo anche per BP, che dovette gestire le grandi pressioni dell’opinione pubblica, del Congresso, della Casa Bianca e dei mezzi di comunicazione. La società dimostrò di non saper gestire al meglio la crisi, impiegando mesi prima di fermare la perdita di petrolio. I suoi dirigenti dimostrarono anche di non avere pienamente il polso della situazione, e di non saper dare messaggi precisi e convincenti sulle operazioni nel Golfo del Messico. L’amministratore delegato della società, Tony Hayward, si dimise dopo aver compiuto molte gaffe, dicendo nel momento più difficile della crisi che avrebbe voluto “indietro la sua vita di prima”.

(Come se la cava il petrolio?)

Attraverso un comunicato, la società oggi ha spiegato di “essere profondamente dispiaciuta per le morti causate dall’incidente alla Deepwater Horizon e per l’impatto che la perdita di petrolio ha avuto nell’area costiera del Golfo”. I responsabili di BP si sono anche scusati per quanto accaduto, ricordando che l’accordo da 4,5 miliardi di dollari dimostra la piena assunzione di responsabilità da parte della società. BP aveva già messo a disposizione in un fondo circa 20 miliardi di dollari per i risarcimenti dei danni dovuti alla perdita di petrolio.