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  • Sabato 14 luglio 2012

La Russia ha approvato una legge contro le ONG

Oltre a una per alzare le multe per diffamazione e ad un'altra per rendere più semplice al governo chiudere siti internet

La camera bassa del parlamento russo ha approvato ieri tre nuove leggi che impongono nuove regolamentazioni ai siti internet, alle organizzazioni non governative (ONG) e inaspriscono le pene per la diffamazione.

Secondo il governo le nuove norme permetteranno di combattere più efficacemente fenomeni come la pedofilia e la pornografia su internet. Per molti giornalisti, blogger e attivisti per le libertà civili queste misure invece sono solo l’ultimo tentativo di Vladmir Putin (a dicembre rieletto Presidente della Federazione russa, in carica da maggio per il suo terzo mandato) per mettere a tacere l’opposizione. Wikipedia in russo si era oscurata pochi giorni fa in segno di protesta contro la legge.

(La protesta di Wikipedia Russia)

Se la legge sarà votata anche dalla Camera alta, le organizzazioni non governative che ricevono fondi dall’estero saranno costrette a registrarsi al Ministero della giustizia come “agenti stranieri” e a compilare un rapporto sulle loro attività due volte l’anno. La legge nasce dalle accuse di alcuni membri del governo russo secondo cui gli organizzatori delle proteste dello scorso dicembre erano finanziati da alcune “potenze straniere” per destabilizzare la Russia e alterare i risultati elettorali. Molti attivisti hanno già annunciato che cesseranno di accettare fondi dall’estero per evitare le misure di controllo imposte dal governo.

La nuova legge sulla diffamazione alza le multe fino a 150 mila dollari. Molti giornalisti hanno protestato davanti alla Duma (il parlamento russo) contro questa legge. L’accusa è che la multa sarà utilizzata come un mezzo di censura, per colpire quei giornalisti e attivisti che accusano il governo, soprattutto nelle regioni periferiche della Russia.

La legge sul web dà al governo il potere di chiudere immediatamente siti internet che contengano materiale pedopornografco, che promuovano l’uso di droghe o altre attività ritenute dannose. Secondo i critici, la formulazione della legge lascia al governo un margine troppo ampio per decidere cosa può essere chiuso. Oltre a Wikipedia, hanno protestato contro la legge anche altri siti molto utilizzati nel paese, come il motore di ricerca Yandex, il sito di blogging LiveJournal e il social network VKontakte.