Wikileaks ha vinto la causa contro Visa e Mastercard

Lo ha annunciato l'avvocato dell'azienda che gestisce i suoi pagamenti: le due società dovranno permettere di nuovo le donazioni al sito, interrotte a dicembre 2010

Der Gruender der Internet-Plattform WikiLeaks, Julian Assange, lehnt waehrend seines Hausarrests an der geoeffneten Haustuer bei Bungay, England (Foto vom 15.06.11). Das oberste britische Gericht hat am Donnerstag (14.06.12) eine Wiederaufnahme des Auslieferungsverfahrens von Wikileaks-Gruender Julian Assange abgelehnt. Damit rueckt die Auslieferung von Assange nach Schweden naeher. (zu dapd-Text)
Foto: Kirsty Wigglesworth/AP/dapd
Der Gruender der Internet-Plattform WikiLeaks, Julian Assange, lehnt waehrend seines Hausarrests an der geoeffneten Haustuer bei Bungay, England (Foto vom 15.06.11). Das oberste britische Gericht hat am Donnerstag (14.06.12) eine Wiederaufnahme des Auslieferungsverfahrens von Wikileaks-Gruender Julian Assange abgelehnt. Damit rueckt die Auslieferung von Assange nach Schweden naeher. (zu dapd-Text) Foto: Kirsty Wigglesworth/AP/dapd

Sveinn Andri Sveinsson, avvocato di DataCell, la società che gestisce i processi di finanziamento di Wikileaks in Islanda, ha dichiarato che il tribunale islandese di Reykjavik ha deciso oggi che le società di carte di credito americane Visa e Mastercard devono far riprendere entro due settimane i pagamenti e le donazioni dirette al sito di Julian Assange, dopo il blocco deciso nel dicembre 2010. La notizia è stata riportata dal Washington Post.

Tramite la società Valitor, il partner locale di Visa e Mastercard, dovranno riprendere tutti i processi finanziari dei pagamenti e delle offerte gestite, per conto di Wikileaks, dalla società DataCell. Altrimenti il tribunale multerà le due società di 5mila dollari al giorno. Sveinsson ha detto: «Questo è un buon giorno per la libertà d’espressione», «se la Valitor deciderà di ricorrere in appello sarà per motivi politici e non legali».

Alcune società finanziarie americane avevano sospeso nel dicembre 2010 i pagamenti e le donazioni dirette a Wikileaks, dopo la pubblicazione di circa 250mila documenti che riguardavano il Dipartimento di Stato americano.

Secondo Wikileaks il blocco finanziario ha paralizzato il 95% delle donazioni e ha causato una perdita di circa 20 milioni di dollari. Anche il sito spagnolo Publico scrive che il tribunale di Reykjavik, con la sua sentenza, costringerà le due società americane a ristabilire il sistema elettronico per le donazioni.

Julian Assange, che si trova da circa tre settimane nella sede dell’Ambasciata dell’Ecuador a Londra, in attesa che il presidente ecuadoregno Rafael Correa decida di accettare o meno la sua richiesta di asilo politico, ha detto: «È una vittoria molto importante contro il tentativo di Washington di mettere a tacere Wikileaks».

La sentenza del tribunale islandese rappresenta la prima vittoria legale di Wikileaks nella causa contro le società delle carte di credito che hanno sospeso il servizio. Oltre a Visa e Mastercard, anche Western Union, PayPal e Bank of America hanno interrotto le transazioni nel dicembre del 2010.

Dopo la sentenza del tribunale islandese, Wikileaks attende anche la decisione della Commissione europea che sta indagando sul caso da luglio dell’anno scorso. Entro fine agosto la Commissione deciderà se far perseguire legalmente le società delle carte di credito che hanno bloccato le transazioni.

foto: Julian Assange (Kirsty Wigglesworth/AP/dapd)