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  • Sabato 5 maggio 2012

Che cos’è il sepak takraw?

Le foto di uno sport molto spettacolare, un po' calcio, un po' tennis e un po' pallavolo, di cui si stanno giocando i campionati internazionali in Indonesia

SINGAPORE - MAY 04: Mohd Fadzli Bin Muhd. Roslan of Malaysia returns a shot to India during their men's match on day two of the ISTAF Super Series at ITE Campus on May 4, 2012 in Singapore. (Photo by Nicky Loh/Getty Images for UFA Sports)
SINGAPORE - MAY 04: Mohd Fadzli Bin Muhd. Roslan of Malaysia returns a shot to India during their men's match on day two of the ISTAF Super Series at ITE Campus on May 4, 2012 in Singapore. (Photo by Nicky Loh/Getty Images for UFA Sports)

Il sepak takraw è uno sport originario del Sudest asiatico che assomiglia alla pallavolo, ma che si gioca con una piccola palla originariamente fatta di rattan – un particolare tipo di palma – intrecciato, senza la possibilità di toccarla con le mani. Il nome è composto da “sepak”, che in malese significa “calciare” e da “takraw”, che in thai significa “palla”. In questi giorni si stanno svolgendo a Kuala Lumpur, in Malesia, gli ISTAF Super Series, i campionati internazionali di sepak takraw.

Il sepak takraw si gioca in due squadre da tre giocatori, più una riserva per squadra. Il campo è rettangolare ed è simile, per dimensioni, a quello del badminton o volano (13 metri circa di lunghezza per 6 di larghezza), diviso nel mezzo da una rete alta un metro e mezzo circa (1,55 per gli uomini e 1,45 per le donne). I componenti di ogni squadra si dispongono su due file: due giocatori stanno sotto rete e uno sta più dietro. Il più arretrato si chiama tekong e deve battere la palla al di là della rete restando in un punto prefissato del campo, delimitato da un cerchio.

I giocatori non possono giocare la palla con le mani, ma possono farlo con qualsiasi altra parte del corpo, generalmente con la testa e con i piedi, cosa che rende le azioni di questo sport molto rapide ma anche molto spettacolari. L’assegnazione dei punti funziona in modo simile alla pallavolo, ovvero quando la palla termina dentro il campo avversario, o quando gli avversari fanno fallo. Vince la partita la prima delle due squadre che si aggiudica 3 set su 5.

Le citazioni più antiche che attestano l’esistenza e la pratica di una disciplina simile all’odierno sepak takraw si trovano in alcuni testi storici malesiani risalenti al XV secolo, gli Sejarah Melayu. In questi testi viene citato un aneddoto, avvenuto alla corte del sultano di Malacca alla fine del 1400, in cui viene citata una palla di rattan che colpisce il figlio del sultano facendolo infuriare. Un’altra attestazione della pratica del sepak takraw si trova in un dipinto murale nel tempio di Wat Phra Kaew, in Indonesia, che ritrae una partita di sepak takraw e che risale alla fine del 1700.

Originalmente il gioco veniva praticato con i giocatori disposti in cerchio che si passavano la palla l’un l’altro, e non aveva scopo agonistico. Soltanto nel 1829, la Siam Sport Association formalizzò le regole del sepak takraw moderno, aggiungendo negli anni successivi l’utilizzo di una rete simile a quella usata nella pallavolo, trasformandolo così in una competizione a squadre. Negli anni ’40 del Novecento il sepak takraw si diffuse in tutta l’Asia orientale, assumendo nomi diversi a seconda del paese in cui veniva praticato. Nelle Filippine, per esempio, si chiama sipa, mentre in Laos kator, in Birmania ching loong e in Indonesia, che è da tempo una delle nazionali più forti, rago.

foto: Nicky Loh/Getty Images for UFA Sports