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  • Lunedì 20 febbraio 2012

Le elezioni in Yemen

Si vota per le presidenziali ma c'è un solo candidato: Abd Rabbuh Mansour al-Hadi, era il vice del presidente Saleh

(AP/Hani Mohammed)
(AP/Hani Mohammed)

Domani in Yemen si voterà per le prime elezioni presidenziali dopo la fine della dittatura di Ali Abdullah Saleh, durata oltre 33 anni. Ci sarà però un unico candidato, Abd Rabbuh Mansour al-Hadi, vicepresidente dello Yemen negli ultimi 17 anni. Hadi sarà l’uomo della transizione del paese, secondo quando previsto dall’accordo firmato tra Saleh e il Consiglio di Cooperazione del Golfo lo scorso novembre che ha decretato la caduta dell’ex presidente. Hadi dovrà guidare il paese fino alle prossime elezioni legislative e presidenziali che si terranno entro due anni. Nel frattempo, si dovrà consultare con i vari movimenti politici perché si elegga un’assemblea costituente che scriva una nuova costituzione.

Hadi è stato scelto perché è l’uomo che ha ricevuto il maggior consenso dalla maggioranza e dall’opposizione parlamentare. Sessantasei anni, alleato di Saleh dalla guerra civile del 1994, prima di entrare in politica era un militare. Hadi praticamente è già presidente dallo scorso novembre, quando ha assunto i poteri di Saleh. La sua candidatura ha ricevuto il sostegno degli Stati Uniti, che fino a poco tempo fa appoggiavano però Saleh nella sua controversa lotta contro al Qaida, e anche di importanti figure dell’opposizione yemenita. Tra queste ci sono anche il generale Ali Mohsen al-Ahmar, la prima personalità di spicco dell’esercito a passare con l’opposizione la scorsa primavera, e anche il premio Nobel per la pace Tawakkul Karman. Karman ha detto che la sua elezione sarà “il frutto della rivolta dei giovani”.

Altri attivisti ed esponenti dell’opposizione, tuttavia, non sosterranno l’elezione di Hadi, in quanto il nuovo presidente non rappresenterebbe secondo loro un elemento di sufficiente discontinuità con il vecchio regime. Molti degli scettici, infatti, credono che Saleh possa ancora tornare in Yemen e cercare di riconquistare il potere, come del resto ha ammesso lo stesso ex presidente, attualmente negli Stati Uniti per curarsi. Anche perché ancora oggi a capo di gran parte delle forze armate yemenite ci sono il figlio di Saleh, Ahmed Ali, che comanda le Guardie Repubblicane, e il nipote Yehia, a capo delle Forze di Sicurezza Centrale. Boicotteranno il voto anche ampie zone del nord dello Yemen, controllate dai ribelli Houti, e altre del sud dove la presenza di estremisti islamici e miliziani di al Qaida è molto forte.

Proprio la presenza di numerosi gruppi eversivi è una delle minacce più pericolose per il futuro dello Yemen, dove il 42 per cento della popolazione vive con meno di 2 dollari al giorno e in alcune zone il rischio di carestia è molto alto. La carenza di elettricità, acqua potabile e benzina ha fatto sì che l’inflazione abbia raggiunto recentemente addirittura il 60 per cento, il livello più alto del 1995, quando si era appena conclusa la guerra civile.

nella foto, da sinistra: Abd Rabbuh Mansour al-Hadi e Ali Abdullah Saleh (AP/Hani Mohammed)

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