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  • Mercoledì 28 dicembre 2011

L’Iran minaccia di chiudere lo stretto di Hormuz

Lo stretto è il principale punto di passaggio per il petrolio dei paesi del Golfo Persico: gli Stati Uniti hanno detto che una mossa simile "non sarà tollerata"

Il vicepresidente iraniano Mohamed Reza Rahimi ha minacciato ieri di chiudere l’accesso alle navi nello stretto di Hormuz, un punto di passaggio fondamentale per le esportazioni di petrolio di molti paesi della penisola araba, se i paesi occidentali imporranno sanzioni al commercio di petrolio iraniano. Oggi il comandante della marina militare iraniana Habibollah Sayyari ha detto alla televisione iraniana in lingua inglese Press TV che “chiudere lo stretto di Hormuz per le forze armate iraniane […] sarebbe più facile che bere un bicchier d’acqua”.

Il comandante militare ha aggiunto che la misura ora non è necessaria, dato che l’Iran è in controllo del mare di Oman: una rivendicazione poco chiara, come nota l’agenzia di stampa Reuters, ma che indica soprattutto il crescente impegno della marina iraniana nelle acque internazionali della zona, aumentato nel 2010 per operazioni contro la pirateria e per dimostrare la propria forza militare. L’Iran sta conducendo in questi giorni un’ampia esercitazione militare lungo un fronte di circa 2000 km vicino allo stretto di Hormuz. Nell’area si trovano anche le navi della Quinta Flotta della marina militare statunitense, che ha base in Bahrein. Il suo portavoce ha detto oggi che la marina statunitense “non tollererà qualsiasi sospensione della libertà di navigazione” nello stretto.

Lo stretto di Hormuz è un braccio di mare largo circa 50 km, che divide il Golfo Persico dal Mar Arabico. Le leggi internazionali garantiscono la libertà di transito per lo stretto a tutte le navi, da cui transita circa il 40% di tutto il petrolio greggio che viene commerciato nel mondo, dato che si affacciano sul Golfo Persico otto stati arabi esportatori di petrolio (e alleati degli Stati Uniti). Lo stesso Iran è il quarto produttore di petrolio del mondo, e dipende dalle esportazioni della materia prima per circa l’80% delle entrate statali. Ieri i mercati internazionali hanno mostrato un breve aumento del prezzo del petrolio dopo l’annuncio, che oggi è tornato a scendere ai livelli precedenti.

Il comandante della marina militare iraniana, ammiraglio Habibollah Sayyari
foto: Hamed Jafarnejad/AFP/Getty Images