• Mondo
  • Venerdì 9 dicembre 2011

Il business della cremazione

I funerali costano troppo e sempre più persone negli Stati Uniti scelgono di farsi cremare dopo la morte

La crisi economica sta spingendo sempre più persone a scegliere la cremazione come soluzione post mortem, per risparmiare ai familiari i costi della sepoltura. Ne parla il New York Times.

Tony Kelly sapeva che dopo la sua morte, avvenuta in effetti il 29 settembre 2011, avrebbe lasciato la sua famiglia con un debito di 200mila dollari per le cure a cui si era sottoposta durante la malattia. E come ormai fa una fetta sempre più ampia di americani, decise di essere cremata. Considerata un tabù fino a cinquant’anni fa, la cremazione ora viene scelta dagli americani nel 41 percento dei casi. Nel 1985 la percentuale era solo del 15 per cento.

Il numero di persone che scelgono di essere cremate è aumentato stabilmente negli ultimi quindici anni, in parte per ragioni ambientali e in parte per ragioni economiche. Un funerale costa in media dai 10 ai 16mila dollari, mentre la cremazione soltanto 1.600. Lo stato in cui la percentuale di chi sceglie la cremazione è più alta è il Nevada, con il 73 per cento, quello in cui è più bassa è il Mississippi, con il 13 per cento.

«La gente ha perso un sacco di soldi con la crisi», spiega Michael Bicodemus, presidente dell’Associazione per la cremazione degli Stati Uniti. «Le loro pensioni non sono più quelle di una volta e molti hanno visto i loro risparmi sparire a causa delle spese mediche sostenute». Gli afro-americani, particolarmente legati alla tradizione della sepoltura, finora erano stati quelli con maggiori resistenze alla cremazione, ma ora anche loro hanno iniziato a cambiare abitudini. Kenny Alexander, proprietario del Metropolitan Funeral Service a Norfolk, Virginia, dice che ormai anche nella comunità afro la richiesta è così aumentata che sta considerando di acquistare un forno crematorio da 125mila dollari.

«Gli Stati Uniti stanno diventando indù», ha spiegato il professore di religione della Boston University Stephen Prothero. «Tendiamo ormai a considerare l’essere umano sempre di più nella sua veste spirituale e stiamo gradualmente abbandonando la tradizione giudaico-cristiana di persona in carne e ossa nell’aldilà». Qualunque sia il motivo, conclude il NYT, l’industria della sepoltura si deve adattare. Le vendite dei forni crematori stanno aumentando – ce ne sono circa 2.200 in tutto il paese – e molti stanno ora enfatizzando gli aspetti ecologici delle tecniche di cremazione per renderla ancora più appetibile.