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  • Giovedì 20 ottobre 2011

Vita e morte di Gheddafi

Storia e immagini di 42 anni di dittatura

Muammar Gheddafi è stato catturato e ucciso oggi, giovedì 20 ottobre, dai ribelli libici, che hanno espugnato Sirte dopo otto mesi di guerra civile. La capitale della Libia, Tripoli, era caduta poche settimane fa: la presa di Sirte da parte del Consiglio Transitorio Nazionale e la sua morte mettono definitivamente fine a una storia lunga 42 anni.

Il primo settembre del 1969 un gruppo di militari libici guidati dall’ufficiale Muammar Gheddafi depose con un colpo di Stato re Idris, che si trovava al potere dal 1951: da quando, insomma, il paese aveva raggiunto l’indipendenza dal Regno Unito. Muammar Gheddafi aveva 27 anni. Il nuovo regime, guidato da un “Consiglio del comando rivoluzionario” presieduto dallo stesso Gheddafi, abolì la monarchia e proclamò la repubblica sotto il motto di “libertà, socialismo e unità”. Il governo nazionalizzò le grandi imprese, chiuse le basi militari straniere e confiscò i territori degli italiani e degli italo-libici, che furono costretti a lasciare il paese. Grazie anche alle ingenti entrate frutto delle esportazioni del petrolio, il nuovo governo migliorò le infrastrutture del paese e diede il via a una serie di riforme per migliorare l’istruzione e la sanità e renderle accessibili a tutte le fasce della popolazione. Il regime adottò l’Islam come religione di stato, abolì le istituzioni parlamentari, confermò il divieto di formare dei partiti politici – che era già in vigore dal 1952 – e censurò la stampa. L’obiettivo di Gheddafi – come spiegato nel Libro Verde, pubblicato nel 1976 – era realizzare uno stato che fosse contemporaneamente islamico e socialista e cercò quindi di integrare le riforme economiche, sociali e politiche con i precetti religiosi.

Nel 1973 Gheddafi diede inizio alla cosiddetta “rivoluzione culturale”, con la formazione di circa un migliaio di comitati popolari eletti direttamente dal popolo e con compiti amministrativi. Il 2 marzo del 1977 il Consigliò proclamò la Grande Giamahiria Araba Libica Popolare Socialista, dove il termine Giamahiria si può tradurre come “Stato delle masse” e corrisponde all’idea di Gheddafi che il popolo si debba autogovernare senza alcun vincolo, pratica che negli anni si è tradotta di fatto nella completa assenza di istituzioni e corpi intermedi tra il popolo e il dittatore. Il Consiglio venne sciolto e sostituito dal Congresso generale del popolo. Nel 1977 i comitati popolari vennero affiancati dai “comitati rivoluzionari”, che venivano usati dal regime per spiare la popolazione e reprimere qualsiasi forma di dissenso. Nel 1979 Gheddafi rinunciò a ogni carica politica facendosi chiamare semplicemente “la guida della rivoluzione” e rimanendo l’unico leader al potere.

Con Gheddafi la Libia ebbe un ruolo molto attivo a livello internazionale: divenne un costante alleato della causa palestinese, avversando i tentativi di avvicinamento a Israele del presidente egiziano Anwar al-Sadat e cercando di spingere Israele ad accogliere in Cisgiordania e a Gaza i profughi palestinesi scacciati dalla Libia. Finanziò il movimento del Settembre Nero, responsabile dell’attentato alle Olimpiadi di Monaco, appoggiò gli attentati dell’IRA e addestrò numerosi aspiranti attentatori suicidi che volevano combattere contro l’Europa, Israele e gli Stati Uniti. Dal 1974 al 1989 fu impegnato in una guerra contro il Ciad, cui rivendicava il controllo di una regione al confine con la Libia. Nel 1984 ordinò ai suoi diplomatici a Londra di sparare contro un gruppo rifugiati libici che manifestavano contro l’uccisione di due dissidenti da parte del regime. Durante la sparatoria morirono undici libici e una poliziotta britannica. Il 5 aprile del 1986 agenti libici bombardarono un night club a Berlino Ovest, uccidendo tre persone e ferendone 229.

Negli anni Ottanta i rapporti tra la Libia e gli Stati Uniti cominciarono a deteriorarsi. Nel 1981 gli Stati Uniti imposero un embargo sull’importazione del petrolio libico e nel 1986 attaccarono il paese, che era stato inserito dal presidente Ronald Reagan tra gli stati canaglia. Le cose peggiorarono ulteriormente nel 1992, quando la Libia venne accusata di possedere e produrre armi chimiche. Sempre nel 1992 le Nazioni Unite imposero delle sanzioni al paese in seguito al rifiuto di Gheddafi di consegnare due cittadini libici sospettati di aver organizzato l’attentato del 1988 a Lockerbie, in Scozia, durante il quale morirono 259 persone. Le sanzioni prevedevano un embargo aereo e sulla vendita di armi alla Libia, la riduzione del numero di diplomatici nel paese e alcune sanzioni sulle esportazioni di petrolio. Nel 1999 Gheddafi decise di consegnare i due sospettati attentatori e le sanzioni vennero rimosse. Uno dei due, Abdel Basset Ali al-Megrahi, fu condannato all’ergastolo e rilasciato nell’estate del 2009 per motivi di salute. Tornato in Libia, è stato accolto come un eroe nazionale.

Dalla fine degli anni Novanta Gheddafi ha cercato di allontanarsi dalla sua figura di oppositore del sistema occidentale. Nel 2003, dopo l’invasione americana dell’Iraq, ha annunciato la fine del programma per sviluppare armi di distruzione di massa. Nel 2004 ha viaggiato per la prima volta in Europa, dopo 15 anni. Negli ultimi anni i rapporti tra la Libia e l’Italia sono notevolmente migliorati, attirando anche numerose critiche e perplessità da parte della comunità internazionale: nel 2008 i due paesi hanno stretto un “trattato di amicizia e cooperazione” che prevede il pagamento di 5 miliardi di dollari alla Libia come compensazione per il periodo coloniale, in cambio di un maggiore controllo dell’immigrazione clandestina verso l’Italia.

Le proteste contro il regime di Gheddafi sono iniziate a febbraio scorso e la repressione del regime è stata da subito durissima, convincendo anche la comunità internazionale a intervenire per fermare il massacro contro i civili. Ad agosto, dopo sei mesi di battaglia, i ribelli libici hanno conquistato Tripoli. Pochi giorni fa le forze del Consiglio di Transizione hanno preso il controllo di Bani Walid. Oggi è stata la volta di Sirte. E a Sirte è finita la storia del regime di Muammar Gheddafi.

Diario della guerra in Libia
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