• Mondo
  • Martedì 11 ottobre 2011

La stretta del governo britannico sul porno online

Chi vorrà avere accesso ai contenuti vietati ai minori dovrà chiederlo al momento dell'abbonamento a Internet

BERLIN – SEPTEMBER 18: Fourth-grade students learn computer skills in the elementary school at the John F. Kennedy Schule dual-language public school on September 18, 2008 in Berlin, Germany. The German government will host a summit on education in Germany scheduled for mid-October in Dresden. Germany has consistantly fallen behind in recent years in comparison to other European countries in the Pisa education surveys, and Education Minister Annette Schavan is pushing for an 8 percent increase in the national educaiton budget for 2009. (Photo by Sean Gallup/Getty Images)

BERLIN – SEPTEMBER 18: Fourth-grade students learn computer skills in the elementary school at the John F. Kennedy Schule dual-language public school on September 18, 2008 in Berlin, Germany. The German government will host a summit on education in Germany scheduled for mid-October in Dresden. Germany has consistantly fallen behind in recent years in comparison to other European countries in the Pisa education surveys, and Education Minister Annette Schavan is pushing for an 8 percent increase in the national educaiton budget for 2009. (Photo by Sean Gallup/Getty Images)

Il governo del Regno Unito sta promuovendo una nuova e piuttosto drastica soluzione alla questione dell’accesso alla pornografia online: il blocco sarà posto a monte, cioè al momento della sottoscrizione dell’abbonamento Internet. I sottoscrittori dei quattro principali provider del Paese, BT, Sky, TalkTalk e Virgin, avranno la possibilità di richiedere l’accesso a siti e contenuti pornografici, che altrimenti saranno bloccati.

Il nuovo sistema verrà annunciato e descritto oggi da David Cameron e comprenderà il lancio di un sito, Parentport, su cui sarà possibile segnalare i contenuti considerati inappropriati per certe fasce d’età, non solo sul web ma su qualsiasi media. Le nuove misure arrivano alla fine di uno studio durato sei mesi sulla facilità di accesso, per i minori, a contenuti pornografici, e sulle relative necessità dei genitori.

L’indagine è stata condotta – su richiesta del governo – da Reg Bailey, il capo di un’associazione di genitori. Il rapporto finale (che consiglia, tra l’altro, di vietare la vendita di capi d’abbigliamento per bambini dai tagli troppo provocanti) ha ottenuto i ringraziamenti personali di Cameron. «Come tu raccomandi», ha scritto il Primo Ministro, «non dobbiamo né tentare di avvolgere i bambini nella bambagia né arrendersi al mondo così com’è. Dobbiamo invece cercare di mettere dei paletti a una deriva che sembra portarci a una maggiore commercializzazione e sessualizzazione dell’infanzia».

Il provvedimento era nell’aria da qualche tempo, a causa di qualche anticipazione, e alcuni provider – come TalkTalk – hanno fatto sapere che pensano di fornire comunque Internet senza filtri, dando la possibilità ai clienti di avvalersene, a meno di non essere obbligati dalla legge a fare il contrario. BT, invece, ha fatto sapere che le impostazioni di default degli abbonamenti Internet prevederanno un filtro anti-pornografia, disattivabile su richiesta dell’utente.

foto: Sean Gallup/Getty Images