La guerra nella Lega a Varese

Il congresso di oggi si è concluso con l'imposizione del nuovo segretario da parte di Bossi, senza il voto dei delegati né l'"acclamazione"

Le note divisioni interne alla Lega – soprattutto quella tra cosiddetti bossiani e cosiddetti maroniani – sono state raccontate molte volte in queste settimane dai giornali. Tre settimane fa Marco Imarisio sul Corriere della Sera aveva spiegato come l’epicentro di questa crisi fosse Varese, storica roccaforte del partito prossima a un congresso particolarmente delicato. Questo congresso si è tenuto questo fine settimana a porte chiuse ed è stato risolto da un intervento diretto di Umberto Bossi, che ha di fatto imposto il proprio candidato senza un voto formale dei delegati né alcuna acclamazione. Il candidato era uno solo, Maurilio Canton, ma i dissidenti avevano in programma di contarsi votando scheda bianca. Non è stato possibile.

L’elezione è filata via liscia: Maurilio Canton è stato eletto nuovo segretario provinciale della Lega a Varese. Ma certo la partita non poteva finire diversamente essendo, quella di Canton, una corsa solitaria. Lui, candidato unico alla segreteria, indicato da Umberto Bossi in persona e proclamato al termine di cinque ore di congresso, senza una votazione formale né con scheda né con acclamazione della platea. Ed è tutto in questo finale di una gara mai partita l’immagine di una Lega che ha preferito nascondere sotto il tappeto le divisioni, spingendo gli altri due contendenti a un passo indietro (Donato Castiglioni, vice dell’ex segretario, e soprattutto Leonardo Tarantino, vicino a Roberto Maroni).

Il malcontento della base: un vero schifo
E basta sentire cosa dice dopo la designazione di Canton, Mario De Micheli, sindaco di Caronno Varesino, per capire che la base non è affatto contenta. «È la giornata peggiore della Lega». «Un vero schifo», gli fa eco un altro delegato che preferisce l’anonimato. Insomma il malumore al termine della riunione durata cinque ore è palpabile. In primo luogo per le modalità con cui si sarebbe svolta l’elezione, cioè non per voto come prevederebbe lo statuto, né per acclamazione, come già fatto altro volte in passato dalla Lega. Poi per la decisione degli altri candidati di ritirarsi all’ultimo minuto più per non dispiacere il leader Bossi che aveva dato la sua investitura ufficiale a Canton.

(continua a leggere sul sito del Sole 24 Ore)