Il PD e la battaglia per l’ANCI

Italia Oggi racconta la movimentata assemblea dei sindaci di ieri, con lo scontro nel PD e l'elezione a presidente di Delrio, che Bersani non voleva

L’ANCI è l’Associazione Nazionale dei Comuni d’Italia, è riunita in questi giorni in assemblea a Brindisi e ieri ha eletto il suo presidente, che succede a Sergio Chiamparino. È una storia minore, rispetto a quelle che in questi giorni attraversano la politica italiana, ma è significativa. I sindaci di centrodestra e centrosinistra avevano trovato un accordo attorno a Graziano Delrio, sindaco di Reggio Emilia e del Partito Democratico, che all’ultimo momento si è visto contendere la carica di presidente da Michele Emiliano, sindaco di Bari e del Partito Democratico, sostenuto da Pier Luigi Bersani e dal responsabile Enti Locali del PD, Davide Zoggia. Alla fine di una giornata parecchio confusa – molti hanno accusato Bersani di avere forzato la mano – Delrio è stato eletto presidente con quattro voti di scarto.

Fischi, mugugni, contestazioni. L’Anci ha eletto a Brindisi il proprio nuovo presidente, Graziano Delrio, sindaco di Reggio Emilia, in un clima mai visto in un’assise dell’associazione. Una spaccatura tra Delrio e il sindaco di Bari, Michele Emiliano, che ha tenuto in scacco l’assemblea per cinque ore in attesa che il Pd sciogliesse la riserva sul proprio candidato. Alla fine l’ha spuntata Delrio per quattro voti (89 a 85) con qualche contestazione da parte dell’entourage di Emiliano per alcuni delegati della Toscana (favorevoli al sindaco di Reggio Emilia) che sarebbero stati iscritti a votare all’ultimo momento. Giunti in assemblea per ratificare la scelta del parlamentino del Pd, appena prima che scadesse il termine ultimo per la presentazione delle candidature, è esplosa la rabbia per una giornata surreale dove si sarebbe dovuto parlare dei problemi dei comuni (dal patto di stabilità che ingabbia gli investimenti al riordino istituzionale imposto dal governo che mette a rischio l’esistenza dei piccoli comuni) e che invece è trascorsa nell’attesa dell’esito delle primarie. Ancora una volta rivelatesi indigeste al partito di Pierluigi Bersani che invece voleva Emiliano alla presidenza dell’Anci. L’elezione di Graziano Delrio è arrivata a conclusione di un pomeriggio convulso che ha visto il Partito democratico portare nell’assemblea dell’Associazione dei comuni tutte le sue contraddizioni interne. Dopo il mancato accordo a Roma (si veda ItaliaOggi di ieri) i due candidati hanno deciso di rinviare la resa dei conti a Brindisi. Con due opposte speranze. Il primo, Graziano Delrio, forte di un consenso diffuso tra la base dei sindaci e nell’establishment dell’Anci, ha tentato fino all’ultimo di convincere i delegati del partito che fosse l’assemblea plenaria l’unico organo legittimato a decidere. Mentre Emiliano, evidentemente speranzoso di avere i numeri tra i delegati del Pd, ha deciso di andare fino in fondo. Per «non esporre in assemblea il partito e l’Anci a una figura che li delegittimi», ha detto il sindaco di Bari, lasciando trasparire la volontà di lavare in casa i panni sporchi senza esporli al pubblico della plenaria.

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