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  • Venerdì 8 luglio 2011

La festa di San Firmino

Foto e storia della festa di Pamplona, iniziata due giorni fa: tutto tranne i tori

Participants celebrate during the 'Chupinazo' to mark the start at noon sharp of the San Fermin Festival on July 6, 2011 in front of the Town Hall of Pamplona, northern Spain. Tens of thousands of people packed Pamplona's streets for a drunken kick-off to Spain's best-known fiesta: the nine-day San Fermin bull-running festival. AFP PHOTO / PEDRO ARMESTRE (Photo credit should read PEDRO ARMESTRE/AFP/Getty Images)
Participants celebrate during the 'Chupinazo' to mark the start at noon sharp of the San Fermin Festival on July 6, 2011 in front of the Town Hall of Pamplona, northern Spain. Tens of thousands of people packed Pamplona's streets for a drunken kick-off to Spain's best-known fiesta: the nine-day San Fermin bull-running festival. AFP PHOTO / PEDRO ARMESTRE (Photo credit should read PEDRO ARMESTRE/AFP/Getty Images)

Il 6 luglio di ogni anno migliaia di persone si riuniscono nella piazza del Municipio di Pamplona, in Spagna. A un certo punto il sindaco si affaccia dal balcone del Comune e a mezzogiorno in punto la persona designata grida l’annuncio «Pamploneses. Viva San Fermín, Gora San Fermín!» e accende la miccia del Chupinazo, che in lingua basca significa razzo: da quel momento inizia la festa di San Fermín. La folla in piazza inizia a sventolare i tradizionali foulard rossi, stappa migliaia di bottiglie di spumante, e si dà ai festeggiamenti che continueranno fino al 14 luglio.

La festa di San Fermín è stata organizzata per la prima volta nel 1591, quando in occasione delle celebrazioni del santo venne organizzata una grande fiera, corride e festeggiamenti per due giorni. Nel tempo l’evento si è arricchito di nuovi elementi: musicisti e danzatori ambulanti, saltimbanchi, corse di tori, corride e, dall’Ottocento le sfilate dei giganti, 25 figure di cartapesta alte fino a quattro metri che rappresentano re, regine e consiglieri comunali.

Ora i Sanfermines, che sono stati resi famosi da Ernest Hemingway nel romanzo Fiesta, sono conosciuti soprattutto per l’encierro: ogni mattina alle otto migliaia di persone corrono davanti ai tori in un percorso di circa 800 metri, che termina ai recinti dell’arena. L’evento è piuttosto pericoloso e ogni anno qualche persona viene ferita o travolta dai tori in corsa. Non si tratta comunque dell’unica cosa da fare durante la festa: ogni sera vengono allestiti fuochi d’artificio, lungo le strade ci sono continuamente spettacoli musicali, danze, rappresentazioni teatrali, concerti, e ogni mattina c’è la sfilata dei giganti che incuriosisce soprattutto i bambini. C’è anche una fiera di bestiame, mentre il 7 luglio sfila la processione religiosa con la statua del santo.

Tutto finisce il 14 luglio quando a mezzanotte le persone si riuniscono nuovamente nella piazza del Municipio reggendo delle candele accese. Il sindaco si affaccia dal balcone del Comune, annuncia che la festa è finita e invita tutti a partecipare a quella dell’anno successivo. La folla intanto inizia a intonare una canzone che dice «Pobre de mí, pobre de mí, que se han acabado las fiestas de San Fermín» (Povero me, povero me, la festa di San Fermín è finita).